Trasporto pubblico umbro decimato dalla Regione che si sente con l’acqua alla gola in tutti i sensi e vuol far pagare ai Comuni l’allegra gestione fin qui portata avanti (cioè quando le giunte erano di sinistra!)
Solo ora la Regione scopre che per ben 10 anni molti Comuni non hanno versato l’iva e scaricato sul trasporto pubblico le loro inefficenze per pagare altri debiti.
Il taglio già annunciato e ampliamente pubblicizzato è il10% delle corse dei bus (2,7 milioni di chilometri in meno in un anno), ma non basta, ci sono solo 40 milioni di euro per bandire la gara dei servizi su gomma in Umbria e quindi si parla del taglio di un terzo del servizio, con licenziamento di 350 addetti.
Via anche i servizi minimi garantitivper le scuole, informano i sindacati di settore ricordando come dall’ultimo contratto di servizio, risalente all’affidamento in gara del 2006, si passa da 100 milioni di euro al 40%.
Morale della favola la Regione viene a “ledere principi costituzionali riconosciuti sul diritto alla mobilità che deve essere assicurato attraverso i servizi pubblici di trasporto”.
Il piano prevede 21 milioni di recupo di iva non versata dai Comuni, altri otto dall’iva rispamiata con la creazione dell’Agenzia dei trasporti.