Scene di guerra a Strasburgo: spari in mezzo alla folla, morti, feriti accasciati nelle strade, persone che fuggono urlando. L’attentatore, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe esploso numerosi colpi d’arma da fuoco nella rue del Grandes Arcades, vicino alla centralissima Place Kleber, dove si trova il mercatino e si sarebbe poi dato alla fuga in direzione della Grande Rue, dove testimoni avrebbero udito altri spari. Sono 3 le vittime, 14 i feriti, tra cui anche un italiano, un giovane giornalista radiofonico di Trento. Nove sarebbero in gravi condizioni.
«Il cuore della democrazia europea colpito dalla follia omicida», ha commentato a caldo il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, oggi anche lui a Strasburgo.
Un attentato che tuttavia non arriva del tutto come un fulmine a ciel sereno. Già due anni fa, sotto Natale, la polizia francese aveva sventato un possibile attacco terrorista ai mercatini, smantellando una cellula a Marsiglia. Stavolta qualcuno si è riuscito a infilare tra le maglie della sicurezza, e a macchiare di sangue la città-bomboniera dell’Alsazia.
Il killer, identificato, era finito già in carcere in passato per aggressione. In seguito era stato segnalato come elemento “radicalizzato” e come minaccia per la sicurezza nazionale. Si chiama Cherif C., 29 anni, di origini nordafricane ma nato a Strasburgo.
Le autorità francesi hanno trovato del materiale esplosivo nell’abitazione dell’attentatore. La scoperta è stata fatta durante una perquisizione dell’abitazione poche ore prima dell’attacco. Le forze dell’ordine, ha detto Morisse senza fornire ulteriori dettagli, erano andate nella casa per arrestare l’uomo.
L’uomo è riuscito comunque a scappare allontanandosi dal centro. Dopo qualche ora lo hanno individuato in un quartiere di periferia, Neudorf, dove in un primo momento sembrava si fosse asserragliato in un immobile. Ma il blitz della polizia è fallito e le ricerche continuano. A quanto pare l’attentatore non avrebbe agito da solo e in centro si continua a cercare anche un secondo sospetto.
A Strasburgo è la settimana più affollata, quella che oltre ai turisti vede arrivare in città tutto il personale del Parlamento europeo per la plenaria mensile. Molti gli eurodeputati, anche italiani, che si sono ritrovati bloccati dentro i ristoranti e i bar. Mentre il Parlamento è stato blindato, su ordine del presidente Antonio Tajani, e tantissime persone sono rimaste chiuse nel palazzo.
Tra i testimoni anche una giornalista umbra, Valentina Parasecolo, di Todi, addetta stampa all’Europarlamento, che proprio nei momenti dell’attacco si trovava nel centro storico della città francese. «Sono chiusa in un pub con mio marito, mia figlia di un anno e mezzo e altre 40 persone», ha raccontato all’Adnkronos. «É tutto bloccato qui – aggiunge l’italiana – ho attraversato i mercatini di Natale e siamo venuti qui dentro, poi è successo tutto. Non sappiamo quando potremo uscire e quanto è pericoloso fuori, come essere in un limbo, le uniche notizie arrivano da Twitter». A Strasburgo si trovava, nelle stesse ore, anche un altro giornalista umbro, Italo Carmignani, de Il Messaggero.