Quella che si è presentata davanti agli occhi degli agenti della squadra “Volanti” è stata una situazione non particolarmente drammatica ma alquanto complicata e contorta, quando alla centrale 113 è pervenuta una richiesta di intervento su una lite in famiglia presso l’abitazione di un settantenne perugino.
L'uomo, rimasto solo e con due figlie ormai grandi ed indipendenti avrebbe assunto, quale collaboratrice domestica o badante, una quarantenne rumena con la quale, successivamente, avrebbe stretto una relazione di tipo sentimentale. La nuova natura del rapporto tra l’anziano e la sua collaboratrice, però, non sarebbe andata “a genio” alle figlie, le quali ritengono che il padre, da quando si è legato a quella donna, sarebbe notevolmente cambiato, anche nei loro confronti, assumendo dei comportamenti sempre più irrazionali ed irruenti. Il giorno dell’intervento, difatti, come l’uomo racconta ai poliziotti, ci sarebbe stata una violenta lite tra lui e la sua nuova compagna da una parte e le due figlie dall’altra.
La causa scatenante un incendio occorso nella cucina dell’appartamento, a causa del quale l’intera stanza sarebbe andata distrutta, e per il quale le figlie si sarebbero rivolte alla rumena non solo per chiedere spiegazioni, preoccupate seriamente per le condizioni psicofisiche del padre, ma soprattutto per esprimere una volta per tutte il loro dissenso circa la loro relazione amorosa. A questo punto, tra le 3 donne sarebbe scoppiato un durissimo alterco con minacce e schiaffi, nel quale, probabilmente per porvi fine e per tutelare tutte e 3 le donne coinvolte, sarebbe intervenuto anche l’anziano per difendere sia la compagna che le figlie, a difesa delle sue ragioni sentimentali.
Una volta constatato che le persone coinvolte non avevano segni evidenti di percosse e lesioni, accertata pertanto la scarsa gravità dell’accaduto, gli operatori le invitavano a recarsi presso il Pronto Soccorso per le eventuali cure del caso, e successivamente in Questura per formalizzare le rispettive denunce-querele, ai fini della ricostruzione giuridica del fatto. Ma non finisce qui: da un doveroso controllo in banca dati, è emerso che lo stesso richiedente è titolare di regolare porto di fucile per uso caccia e di alcune armi con relativo munizionamento, detenuto presso la medesima abitazione. Atteso lo stato di agitazione in cui versava sia il titolare delle armi che la sua compagna la quale peraltro,
essendo anche la sua badante, potrebbe avervi facilmente accesso, gli agenti hanno ritiraro le armi. Sarà il Questore di Perugia, grazie alla Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, a svolgere ogni doveroso e necessario accertamento circa l’opportunità di continuare o meno ad autorizzare l’anziano ad andare ancora a caccia.