L’ Italia è sì in crisi, ma ha qualcosa in più di quasi tutti gli altri stati europei: il prezzo dei carburanti: tra i più cari, visto che siamo secondi solo all’ Olanda, a dircelo sono i dati della Cgia di Mestre.
La frustrazione della popolazione italiana è soprattutto legata alla tassazione del singolo litro di carburante: a fronte di un valore medio che, nello specifico, in Umbria si attesta tra 1,74 euro e 1,85 euro al litro, per quanto concerne la benzina e 1, 59 e 1,70 per il gasolio, il livello di tassazione specifico sui carburanti, vale a dire accise ed Iva, è di circa 1,030 euro.
Le voci che quotidianamente gli italiani pagano allo stato riguardano 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935; 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956; 0,005 euro per il disastro del Vajont del 1963; 0,005 euro per l’alluvione di Firenze del 1966; 0,005 euro per il terremoto del Belice del 1968; 0,051 euro per il terremoto del Friuli del 1976; 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 0,106 euro per la missione in Libano del 1983; 0,011 euro per la missione in Bosnia del 1996; 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004; da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011; 0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011.
Al monte di tasse già esistenti bisogna ovviamente aggiungere l’ Iva e altre accise: Benzina senza piombo: 0,704 Euro, Gasolio auto: 0,593 Euro, GPL auto: 0,147 Euro, Gasolio riscaldamento: 0,403 Euro.