«Dopo l’avvio della fermata del Frecciarossa a Perugia promosso dalla Regione Umbria e che ha riscosso un successo anche oltre le aspettative in termini di numero di passeggeri e di prenotazioni sia all’andata che al ritorno, e dopo il Frecciabianca che partirà da Spoleto il 10 dicembre, la fermata di Chiusi-Chianciano Terme, che partirà nell’estate 2019, rappresenta un’altra importante opportunità di collegamento della zona ovest dell’Umbria con il resto del paese».
La fermata toscana il consigliere regionale umbro Giacomo Leonelli (Pd) l’aveva invocata ed ora, giustamente, esulta: «È un’opportunità importante per tutta l’area ovest dell’Umbria, con un bacino di utenza e un territorio che ne trarrà sicuro vantaggio e che si estende dai comuni del Trasimeno a quelli dell’orvietano. Ora l’auspicio è che anche il ternano-narnese-amerino possano essere attraversati dal Freccia Rossa.
Dura e polemica invece la presa di posizione di due esponenti del M5s, vale a dire il capogruppo in consiglio regionale Andrea Liberati e il collega a Terni Luca Simonetti, che denunciano l’isolamento del ternano rispetto all’alta velocità: «Bene il Frecciarossa a Perugia – scrivono in una nota -, bene il Frecciarossa a Chiusi (8 mila abitanti) così da servire Trasimeno e alto orvietano: e Terni? Non basta aver concentrato miliardi di investimenti tutti da una parte, dalle strade alla sanità, dai mille uffici della Regione all’università? Possibile che nemmeno il neo sindaco Leonardo Latini dica alcunché su questo sfregio continuo? Se si procederà in questo modo, fioriranno spaccature e campanilismi duri a morire, con conseguenze esplosive per l’unità regionale. Grave, paradossale e assordante è il silenzio dei politici non solo di Terni, ma anche di Spoleto e Foligno, dei sindaci, dei parlamentari, che non dicono alcunché su una vicenda che, per l’ennesima volta, sa di figli e figliastri. Il Frecciarossa sia pertanto esteso all’Umbria orientale e meridionale, servendo anche Terni, Spoleto e Foligno. Inoltre – concludono Liberati e Simonetti – considerando che già oggi le prenotazioni su Perugia sono oltre il triplo del previsto, la Regione deve pensare ad attivare un secondo Freccia Terni-Perugia-Milano, con transito a Spoleto e Foligno, come richiesto all’unanimità nel luglio 2017 dai gruppi politici dell’assemblea legislativa».
Comunque sia è proprio di questi giorni la notizia di un incontro tra esponenti di Forza Italia e dirigenti apicali di Trenitalia ché hanno iniziato a confrontarsi in maniera informale rispetto alla possibilità di far fermare una coppia di “Frecciarossa 1.000” nella stazione di Orte, come aveva proposto FI in campagna elettorale a novembre dello scorso anno.
Una soluzione che per Terni sarebbe l’ideale per agganciare l’alta velocità. Soluzione accolta con favore dai ternani che lavorano nel capoluogo lombardo, oggi costretti a raggiungere Tiburtina o Termini visto che la soluzione Perugia risulta impensabile per l’orario di partenza del Frecciarossa (5.13) dal capoluogo umbro.
«Dall’incontro – commenta il deputato di Forza Italia, Raffaele Nevi – sono emerse due cose importanti che mi hanno stupito. Tanto per cominciare, al contrari di quanto si diceva, la soluzione Orte può essere studiata perché tecnicamente fattibile. La cosa che mi ha colpito di più però riguarda il fatto che le due Regioni interessate, Umbria e Lazio, non hanno prodotto alcuna lettera formale per manifestare il loro interesse, sebbene sollecitate da numerosi atti di indirizzo approvati nei vari consigli comunali». Un silenzio che è apparso strano agli occhi dei vertici di Trenitalia. L’apertura registrata dal deputato Nevi dovrebbe essere presa come una palla al balzo per agganciare l’alta velocità anche nel sud dell’Umbria, dopo l’investimento fatto da Palazzo Donini per far partire un Frecciarossa da Perugia per Milano. «Auspico aggiunge il deputato Nevi che nei prossimi giorni le Regioni di Umbria e Lazio si adoperino per scrivere una lettera formale con l’intento di aprire un tavolo di confronto».
Che la soluzione Orte fosse tecnicamente possibile, Forza Italia lo aveva già spiegato, quando a novembre dello scorso anno presentò la proposta. «Il Frecciarossa può uscire dalla linea dell’alta velocità e fermarsi a Orte per poi rientrare lungo i binari dell’alta velocità», avevano spiegato i rappresentati umbri e laziali di FI. Un bacino d’utenza, quello legato alla stazione del comune laziale, che per Forza Italia arriva a «500mila persone». La parola ora torna alle Regioni. «Dall’incontro è emerso con chiarezza che si tratta di una questione di volontà politica e di risorse che le istituzioni vogliono investire», conclude il deputato Nevi.