Un concerto e un pellegrinaggio. Quello più antico, famoso e suggestivo che conduce a Santiago de Compostela. Lo percorrerà con la sua voce smagliante il soprano Elisa Bovi, partner attiva di un progetto dalle forti valenze umane.
Ieri sera al teatro del Giglio di Lucca, dopo un’anteprima nella nostra Università per stranieri, Elisa ha cantato nel contesto del progetto “Sintomi di felicità”, in cui ha operato accanto al tenore Marco Voleri, all’artista della sabbia Silvia Emme, all’attore Alessio Pianigiani e al pianista Ettore Candela.
“Sintomi di felicità” è anche il titolo di un libro (Spelring e Kupfer) in cui il tenore Voleri ha descritto con esemplare lucidità il suo “ingresso” nella sclerosi multipla. Una circostanza accettata con grande dignità e trasformata in occasione per tutti coloro che vivono nella disabilità.
Per questa edizione il progetto ha una partner di eccezione, Samantha Cesaretti, un tecnico di palcoscenico del teatro lucchese, che ha intrapreso il Cammino di Santiago per sensibilizzare l’attenzione di quanti amano la musica verso coloro che vivono condizioni non paritarie e che pertanto avrebbero bisogno di tutte le attenzioni possibili. Per questo Samantha, nel suo personale contributo di viaggio opererà una raccolta fondi per una realizzazione concreta in un’altra strada dei pellegrini, la Francigena. Si tratta di trovare le risorse economiche per dotare una storica dimora di Acquapendente delle attrezzature per rendere accessibile la struttura anche con carrozzine per disabili.
Quando Samantha avrà raggiunto la grande meta della cristianità, il 3 ottobre gli artisti del Giglio si ritroveranno nella chiesa compostelana di san Francesco per replicare il concerto lucchese e anche per fare il punto sulla sensibilizzazione del grande pubblico.
Musica e generosità insieme dunque, ancora una volta, per fare del bene a chi ne ha bisogno e affronta le sue difficoltà nel silenzio e nella prostrazione.
«Con la mia voce – afferma Elisa – spero di dare un contributo a una idea forte e a un concentrato di umanità che può lievitare anche attraverso la musica, la mia e quella dei miei colleghi».
Per il suo concerto al Giglio la cantante assisana è uscita dai suoi consueti ruoli drammatici e ha scelto un repertorio leggero, dalla Canzone della Vilja di Lehàr, al Frou-Frou del Tabarin di Lombardo, alla “Chanson du bebe” di Rossini, all’aria di Despina dal mozartiano Così fa tutte.
«E’ stata una scelta consapevole per arricchire il mio repertorio di un aspetto estremamente comunicativo, che mette in risalto anche il piacere di vivere. Poi a Compostela, nella suggestiva cornice della chiesa dei Francescani canterò un repertorio di arie sacre, sempre pensando a quanti vivono nella sofferenza. Noi possiamo raggiungerli e confortarli con la bellezza del suono e dell’armonia».
Anche qui a Perugia ne sappiamo qualcosa, vista la presenza di uno dei padri del cammino, il professore Caucci von Saucken.
Stefano Ragni