Spigolature elettorali di Mario Roych. Questa fine settimana ha acceso la campagna elettorale a livello nazionale. Non tutto si è svolto all’insegna della serietà, perché c’è stata una gara, soprattutto sul versante del centro e della destra, tra chi la spara più grossa in materia di tasse e di creazione di posti di lavoro.
Andiamo con ordine. A mio avviso, il fatto più importante è rappresentato dall’indicazione di Bersani sulle prospettive future del PD. Nel corso della manifestazione organizzata a Firenze, ha indicato Renzi come il suo successore alla guida del PD.
In primavera scadrà il mandato dell’attuale Segreteria e il politico emiliano non si candiderà per un rinnovo, ove la spunti per la Presidenza del Consiglio o sia bocciato, con il ritorno di Berlusconi a Palazzo Chigi. Ovviamente, l’indicazione di Bersani non ha il significato di una scelta compiuta. Infatti, il Segretario sarà scelto attraverso primarie aperte anche ai non iscritti e già si intravvede una bella competizione tra il Sindaco di Firenze e l’altrettanto giovane esponente lombardo Giuseppe Civati, detto Pippo, attuale consigliere regionale.
Di Matteo Renzi sappiamo tutto, per come ha infiammato la vita interna al PD, sfidando Bersani nelle primarie novembrine. Impareremo a conoscere a fondo Civati in futuro, ma assicuro che è altrettanto moderno. Anzi, agli esordi in politica ha scritto un documento molto chiaro sulle possibilità di un uso massiccio degli strumenti telematici da parte dei partiti, il suo per primo (ma il discorso può essere applicato a tutti) per uscire dall’attuale situazione d’incomunicabilità tra base e vertici e tra organizzazione e simpatizzanti o semplicemente elettori.
Nelle scorse settimane ho partecipato a un dibattito avviato su www.lettereriformiste.org. I promotori ponevano la seguente domanda: le primarie organizzate sul finire del 2012 hanno mutato geneticamente il PD? Avendo partecipato a dette primarie come sostenitore del Centro democratico di Tabacci, mi sono sentito di esprimere un giudizio articolato. Può essere un inizio, ma è necessario un percorso coerente, con l’abbandono del concetto di partito proprietario che si vede soprattutto in Umbria.
Se il prossimo segretario nazionale sarà Renzi o Civati, sarà posta un’altra pietra per un futuro molto diverso anche dal recente passato.
L’annuncio di Barlusconi: restituirò anche l’Imu già pagata
Ho accennato alle balle raccontate in questa fine settimana. Fra tutte, ma non é la più importante, scelgo questa: la restituzione dell’IMU pagata nel 2012 dai possessori di prima casa. L’ha promesso Berlusconi. E’ un impegno che vale circa 3,5/4,0 miliardi di euro. Non potranno rimborsarla i Comuni, già ridotti alla miseria da successivi e importanti tagli dei trasferimenti dallo Stato. Ci dovrà pensare la Tesoreria centrale, ma come avverte lo stesso proponente, non c’è trippa per gatti, perciò dovrà provvedersi con pari entrate provenienti da un accordo con la Svizzera per una tassazione straordinaria sui capitali finanziari italiani imboscati nelle banche della Confederazione, che frutterebbe 25 miliardi da spalmare in cinque anni. Un alleato storico e attuale come Giulio Tremonti ha commentato dicendo che il cavaliere non conosce la situazione. I capitali sono ormai imboscati in Hong Kong.
Io mi limito a osservare che se questa entrata fosse disponibile – e non credo- la destinerei a finanziare una politica attiva per l’occupazione investendo in lavori pubblici diffusi nel territorio. Soprattutto li destinerei per un concerto con le imprese dell’agro-alimentare, della moda e del turismo con l’obiettivo di creare prima occupazione regolare.
Della Valle e Farinetti partecipano seriamente al dibattito
Fabio Fazio ieri sera ha invitato nel suo salotto due imprenditori di successo, il primo nel campo della moda, il secondo nell’agroalimentare. Le loro imprese non conoscono la crisi, in virtù di crescenti esportazioni all’estero. Interrogati sull’immediato futuro hanno dichiarato che il peggio deve ancora avvenire, perché si è innescato un corto circuito pericoloso. Non si crea occupazione, la massa salariale diminuisce, decrescono i consumi. I due imprenditori sono però moderatamente ottimisti sul medio periodo. Le esportazioni possono crescere ancora e sono importantissime. Però occorre anche che riprenda il mercato interno e occorre puntare al raddoppio delle presenze turistiche nei prossimi cinque anni. Diego Della Valle ha sparato a zero sulle promesse mirabolanti di questi giorni e ha proposto che il prossimo governo punti tutto sulla creazione di posti di lavoro. Le imprese che operano nel territorio, imprenditori e lavoratori, -e trattasi in genere di piccole e medie entità- sono pronte per concordare un piano.
Finalmente un messaggio ottimista.