Immobilizzata ad una sedia a rotelle con le corde che le bloccavano le braccia il busto contro la spalliera, la bocca tappata con il nastro adesivo. In queste condizioni portata in giro da due colleghi per il reparto di maglieria dove lavorava solo per divertirsi e schernirla.
Una sorta di ‘schiava’ da mostrare. Pesata sulla bilancia da pacchi del capannone, come fosse un animale e poi toccata nelle parti intime, invitata a obbedire a squallide richieste a sfondo sessuale, insultata e costantemente minacciata di essere licenziata in virtù di un’amicizia con un capo che entrambi gli indagati avrebbero millantato. In alcuni casi episodi irripetibili che “hanno minato la sua dignità personale e professionale”. E’ solo una delle accuse che la Procura di Perugia muove a due ex dipendenti di una nota azienda del perugino che opera nel campo dell’abbigliamento. Ai due, un 43enne perugino e un 39enne di Umbertide, vengono contestati i reati di violenza sessuale (anche di gruppo), sequestro di persona, violenza privata e stalking.
L’udienza preliminare in programma per oggi è stata rinviata.
I due sono stati licenziati e denunciati da azienda e dipendente molestata. Per la giovane vittima, che ha sporto denuncia solo dopo un anno perché, secondo il pm titolare del fascicolo Gemma Miliani, aveva timore di essere licenziata.