Si è conclusa con l’emissione di sei misure cautelari l’attività investigativa condotta dall’Aliquota Operativa del NOR della Compagnia di Spoleto, convenzionalmente denominata “Hiding in the woods”; iniziata nel novembre 2019 e protrattasi fino al giugno del 2020. L’indagine ha consentito di far emergere una fiorente attività di spaccio di cocaina, posta in essere da un gruppo di soggetti di nazionalità albanese che operavano in Spoleto e città limitrofe, con modalità organizzative standardizzate e attraverso molti accorgimenti finalizzati ad eludere le attività delle Forze dell’Ordine.
Nel mese di novembre 2019 gli investigatori avevano in particolare notato un viavai sospetto presso aree isolate, che taluni soggetti raggiungevano all’imbrunire effettuando brevi soste, scendendo solo per pochi minuti dall’autovettura in uso.
In quel momento i militari hanno ottenuto il primo riscontro, quando, insospettiti dal “movimento” in una strada sterrata, nel corso di un sopralluogo, hanno rinvenuto, occultato a margine della carreggiata, un contenitore in plastica con all’interno tre confezioni di cocaina del peso di 20 grammi complessivi.
Nel prosieguo della complessa attività info-investigativa è emerso infatti che gli indagati avevano costante disponibilità di sostanza stupefacente destinata allo spaccio, che veniva, di volta in volta, nascosta tra la vegetazione o sotterrata in zone rupestri o boschive e nelle campagne della periferia cittadina; a richiesta dei consumatori lo spacciatore di turno tornava nei luoghi prescelti come nascondiglio a prelevare il quantitativo richiesto.
L’attività investigativa ha consentito complessivamente di effettuare 18 sequestri, per un totale di grammi 1200 circa di cocaina (per un valore di circa 120.000 euro al dettaglio); la sostanza è stata rinvenuta in parte ancora “in blocchi” da confezionare, in parte già suddivisa in dosi da 0,7 gr, con principio attivo tra il 75% e il 90%, contenuta in barattoli da caffè o in confezioni per gomme da masticare.
Le attività di riscontro hanno condotto altresì, nel mese di dicembre 2019, all’arresto in flagranza di reato di un giovane albanese e alla denuncia in stato di libertà con successivo affidamento in comunità di un connazionale minorenne, entrambi sorpresi, in un isolato luogo prescelto come nascondiglio, con la disponibilità di 300 grammi circa di cocaina, oltre che di bilance, una vanga e materiale per il confezionamento, rinvenuti occultati tra la vegetazione nella periferia di Spoleto.
La perdita di ingenti quantitativi di stupefacente non ha fatto diminuire comunque il volume di affare degli indagati, portandoli esclusivamente alla decisione di “cambiare aria” per un breve periodo, spostando il traffico e per taluni, la soluzione abitativa in altre aree dell’Umbria; è emerso così, in modo sempre più circostanziato, il ruolo sovraordinato di uno degli indagati, unico residente da tempo nel territorio, oggi sottoposto a misura, ma già ristretto in carcere per reati connessi.
L’uomo ha infatti palesato, nel corso del tempo, spiccate attitudini organizzative. Contestualmente egli, unico ben radicato sul territorio, provvedeva a procurare ai “neogiunti” autovetture a noleggio (sovente sostituite) e l’alloggio necessario a portare avanti la comune attività.
In data 22 giugno 2020, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, in base al quadro probatorio raccolto nel corso dell’attività investigativa ha chiesto al competente GIP l’applicazione di misure cautelari a carico dei sei indagati nella florida attività di spaccio, concesse oggi dall’Autorità Giudiziaria.