Il Presidente dell’Associazione Amici di Spoleto Onlus, Dario Pompili, ha voluto evidenziare come l’articolo del Professor Roberto Segatori, pubblicato sul Corriere dell’Umbria ieri, martedì 17 novembre, abbia ricevuto un’accoglienza del tutto negativa da parte dei cittadini di Spoleto.
L’articolo, inserito nella rubrica “Oltre la siepe”, riporta il titolo: “Spoleto, miseria e nobiltà” che, per il Presidente dell’assocazione, sarebbe “già una sentenza senza appello”.
“Seguono poi una sequela di offese – continua Pompili – ad una “cittadina” che ha duemila anni di storia, famosa nel mondo per la sua arte e cultura, a differenza di altre “cittadine” praticamente assenti dal panorama nazionale e internazionale.
Richiedere il ripristino di un pronto soccorso vero per servire un bacino di utenza di sessantamila abitanti oltre ad alcuni servizi essenziali, grazie ai quali può definirsi tale un ospedale , furbescamente contrabbandati come rifiuto di Spoleto a dare il suo contributo all’ emergenza Covid, ha fatto riemergere , oltre alle solite invidie territoriali, vecchie e stantie chiacchiere da bar spacciate per analisi socio-economiche aventi elevato valore scientifico.
La verità è un’altra; Spoleto per realizzare i suoi obiettivi strategici ha dovuto utilizzare risorse proprie.
Due esempi tra i tanti:
- Progetto esecutivo e cantierabile del completamento della strada Tre Valli per uscire dal secolare isolamento al quale è stata condannata ( causa principale delle difficoltà delle nostre imprese ad operare nel territorio) altro che mentalità “ di nobili decaduti”.
- Creazione della chirurgia robotica, grazie al completo finanziamento delle nostre istituzioni private, oltre a quelli delle apparecchiature e tecnologie a servizio delle tante eccellenze del nostro nosocomio.
Sembra che tutto questo dia fastidio e che il riemergere di una mentalità di tipo consortesco, tipica di certi ambienti della nostra regione – conclude Pompili – abbia deciso di assegnare a Spoleto un ruolo subalterno”.