In prima istanza era stato condannato a un anno con patteggiamento, adesso l’uomo, di origine albanese, che nel 2016 fu anche destinatario di una misura cautelare per aver perseguitato la sua ex compagna, è stato ritenuto nuovamente colpevole di aver reso la vita un inferno alla donna con cui aveva avuto una relazione e dunque per lui è stata emessa una sentenza di colpevolezza per stalking con una condanna a 16 mesi.
Come riporta Il corriere dell’Umbria, lo scrive il giudice, Sonia Grassi, nella motivazione che accompagna la sentenza di colpevolezza.
“Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa dell’imputato – scrive il giudice – non c’è dubbio che la condotta dell’uomo abbia ingenerato nella donna un fondato timore per la propria incolumità, costringendola anche a cambiare le proprie abitudini di vita. La vittima ha infatti affermato che i ripetuti atti di molestia hanno rappresentato fonte di uno stato di disagio continuo e ansia che l’hanno indotta a non avere più il coraggio di uscire di casa da sola ad abbandonare il lavoro”. Alla vittima, assistita dall’avvocato Sara Pasquino, il giudice ha riconosciuto un risarcimento di 5 mila euro. La versione, ritenuto più che credibile, della parte offesa, è stata confermata anche dalla figlia della donna e da una sua amica che sono state ascoltate in aula nel corso del dibattimento di primo grado. L’amica della parte civile, presente ad uno degli episodi finiti al centro dell’inchiesta, ha spiegato che quell’uomo faceva a lei, figurarsi alla sua amica, con cui aveva avuto una relazione e di cui non accettava la fine. “Nel corso del processo – osserva ancora il giudice – sono emersi elementi di profondo turbamento nella parte civile causato dall’ansia di questi episodi”.