Di Alberto Laganà – Come in tutti partiti che si rispettino, o movimenti che si rispettino, vi sono fratelli coltelli: la Lega ha Giorgetti e Maroni che vogliono scalzare Salvini, Zingaretti ha Renzi e tanti capi corrente, ed i 5 Stelle hanno Di Battista, ma in quest’ultimo caso non è un problema di poltrone ma di prospettive politiche errate.
Molti mi hanno chiesto come mi spiego il dimezzamento dei consensi ai 5 Stelle (a parte il sud e le isole), ma la risposta era già chiara nelle ultime uscite, peraltro di un personaggio rimasto silenzioso per lungo tempo, del ‘campesinos’ Di Battista, che è favorevole ad un’alleanza con il Pd ipotesi avversata decisamente da Di Maio e Grillo che la vedono come la fine del Movimento. E non a torto.
Se guardiamo ai numeri del Governo, il consenso è addirittura migliorato nonostante ai grillini manchino molti voti del sud e dei suoi tanti aderenti che dell’Europa matrigna non ne vogliono sapere niente… al limite sono molto più secessionisti della Lega. Solo l’ipotesi remota che il rinnovamento si faccia con l’accozzaglia del Pd, fa venire l’orticaria (anche al sottoscritto, avendoli frequentati anche per tropppo tempo e conoscendo la loro inaffidabilità totale).
Quindi, a scanso di equivoci, gli ex elettori di Di Maio e soci hanno voluto lanciare un messaggio forte: il rinnovamento dell’Italia non si fa con chi ha abolito l’articolo 18, accettato la precarizzazione del lavoro, vietato andare in pensione per gente allo stremo data l’età e soprattutto essere proni ai diktat dei poteri forti e delle lobbies che albergano nella UE.
Speriamo che la lezione sia servita e Salvini sia più intelligente dei personaggi che gli fanno la fronda interna perchè il messaggio degli italiani (almeno della metà che ha votato) è arrivato forte e chiaro: niente Pd, niente Berlusconi e per la Meloni c’è pronta una ruota di scorta, se vuole, ma lasci nei bassidondi i fascisti veri. I 5 Stelle, ha detto l’elettorato, non devono guardare nè a sinistra nè a destra ma devono essere un movimento etico (lo dicono i numeri: 1 solo inquisito a fronte di circa 1000 sia di destra che di sinistra; una forza di centro progressista che cambi questo Paese martoriato da ladri e incompetenti, cioè dai vecchi quadri politici e sindacali o da supposti soloni tecnici che ci porterebbero alla rovina. Speriamo che la lezione ai partiti di maggioranza sia servita e si rimettano a lavorare per il bene dell’Italia.