Dopo tanti anni di pratiche ritenute illecite i vertici della Regione si può dire che agissero alla luce del sole lasciando traccia sui loro telefoni di conversazioni compromettenti.
La gola profonda questa volta non è un collaboratore di giustizia, anche se alcuni, timidamente, si stanno facendo avanti essendo stati messi alle strette, ma due strumenti di uso comune come un Iphone 7 e un Samsung in uso alla presidente ed alla sua segretaria.
Inutili anche le cancellazioni degli ultimi giorni quando ormai qualcuno aveva spifferato sull’inchiesta in corso agli indagati, perché le moderne tecnologie permettono di recuperare file rimossi, recuperare numeri e conversazioni compromettenti.
E di chiacchiere pericolose ne stanno collezionando Luca e Andrea Russo, gli esperti nominati dalla Procura, i quali stanno passando al setaccio mail, chat, messaggi e materiale telematico contenuto nei telefoni, chiavette Usb ed ogni altro supporto elettronico, oltre naturalmente ai computer.
Era molto più sicuro il metodo mafioso dei ‘pizzini’ in codice che, una volta letti, andavano distrutti!
Non c’era tempo di fare la spola tra le stanze della Regione e gli uffici della sanità per cui tutto veniva affidato all’etere che è invisibile ma lascia tracce anche nel tempo.
E di materiale ‘pesante’ ce ne deve essere tanto se i giudici hanno confermato l’arresto degli indagati e richiesto lo stesso trattamento per l’ex assessore Barberini. Tutti erano stati presi da delirio di onnipotenza ed impunibilità, ma i tempi cambiano e le coperture saltano.