Sono 250 i sindaci e 10mila i pellegrini provenienti da tutte le parti della Campania attesi ad Assisi per le celebrazioni di San Francesco, Patrono d’Italia, in programma giovedì 4 ottobre.
A vent’anni dall’ultima volta, nelle celebrazioni del 2018 sarà la Regione Campania ad offrire l’olio per la lampada votiva.
A guidare i pellegrini campani saranno il cardinale Crescenzio Sepe e i confratelli vescovi della Campania.
Oltre ai rappresentanti delle istituzioni locali, sarà presente ad Assisi anche il premier Giuseppe Conte.
“Dal 1939 non si registrava un’adesione così elevata da parte di sindaci e fedeli alla festa liturgica di San Francesco”, afferma Luigi Mansi, primo cittadino di Scala (Sa), nominato dal card. Sepe coordinatore dei sindaci campani che saranno ad Assisi.
“Ho trovato una sensibilità che rappresenta il tessuto spirituale e religioso della nostra regione ma credo di poter dire del nostro Paese. In tutti – conclude Mansi – ho riscontrato un vivo desiderio di partecipazione e spirito di iniziativa. Ringrazio i colleghi sindaci per la grande sensibilità dimostrata. Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra”.
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Sono passati quasi ottant’anni, infatti, da quel 4 ottobre 1939 in cui Pio XII proclamò San Francesco Patrono d’Italia, dando inizio alla tradizione dell’accensione della lampada votiva ad Assisi. Da allora una delle regioni italiane, ogni anno a turno, porta in dono l’olio per alimentarla.
La lampada fu ideata nel 1937 dall’architetto Ugo Tarchi ed è realizzata in bronzo lucido e argento, alta un metro e venti e si trova nella Basilica Superiore. Arde presso la tomba del Poverello, grazie al dono dell’olio; con la luce ardente che da lei emana si chiede al Signore, per l’intercessione di San Francesco, di proteggere noi, tutto il popolo italiano e il mondo intero.
La donazione dell’olio votivo è simbolica e si tramuta nell’offerta di olio d’oliva che verrà consumato durante l’anno dalle istituzioni francescane di Assisi, in particolare dal Sacro Convento di San Francesco, dai Frati della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dal Seminario.
Questa cerimonia prende spunto da un episodio della vita del Santo Francesco riportato da Tommaso Da Celano nella Vita Seconda di San Francesco: “Dopo aver ascoltato dal Crocifisso di San Damiano l’invito a riparare la sua casa in rovina, Francesco – dice il biografo – volle offrire denaro a un sacerdote perché provvedesse una lampada e l’olio, e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell’onore di un lume”.