La procura di Perugia ha chiuso definitivamente l’inchiesta sullo scandalo delle mense scolastiche in Umbria.
Sono 13 le persone iscritte nel registro degli indagati con ipotesi di reato relative alla somministrazione di cibo in cattivo stato di conservazione. Il sostituto procuratore generale, Claudio Cicchella, ha dichiarato che il cibo era “in cattivo stato di conservazione e invaso da batteri”.
Varie le scuole coinvolte in questa grave vicenda, tra cui l’istituto per l’infanzia don Milani di San Sisto, la scuola G. Cena di via Pierluigi da Palestrina, e quella M. Ghandi di San Martino in Campo alle quali venivano somministrati prodotti ortofrutticoli non biologici.
L’inchiesta dei carabinieri del Nas si starebbe poi concentrata sul fatto che le porzioni di pesce servite ai bambini di due scuole materne pubbliche di Perugia contenessero delle lische che potevano rappresentare un pericolo per gli stessi. E, come se non bastasse, il cibo veniva servito in quantità minori rispetto alle grammature imposte dal menù concordato.
Una vicenda, quella delle mense scolastiche, che ha visto intervenire più volte anche i genitori dei bambini e i comitati mensa: anche loro hanno più volte segnalato alcuni casi di difformità nel servizio, come il caso dello yogurt con la muffa. Le proteste dei genitori hanno raggiunto da subito Palazzo dei Priori, che aveva dato il via alla fornitura esterna dei servizi di mensa e che, dopo l’avvio della prima inchiesta, ha deciso di aprire il bando per un nuovo appalto, per il quale la gara non si è ancora chiusa.