L’Agenzia di Protezione Ambientale (ARPA) muove legittime critiche ad ASL 2, pretendendo dal direttore generale uno standard informativo più adeguato sui dati dell’inquinamento da PCB/diossine in latte e uova.
Questa missiva segue quella non meno importante, sempre a firma ARPA, da noi segnalata qualche giorno fa, sulle cosiddette emissioni diffuse della Thyssen, polveri di metalli pesanti che, da decenni, aleggiano sopra la città e poi ricadono sui quartieri, ma anche –finalmente lo sappiamo- su insalate, latte e uova: altro che allarmismi. Rischi tangibili, invece, che non sorprendono alcuno, giacché, su tale precipuo fronte, dalla Procura di Terni si registrano tanta lentezza e mere archiviazioni da anni. Né i vuoti nell’organico dei procuratori potrebbero ricadere su chi vive qui. O dobbiamo pensare che Thyssen rappresenti ab ovo uno Stato a parte? ARPA ricordava poi alcuni punti dell’AIA totalmente ignorati dalla Thyssen, tra cui il dovere di riciclare le scorie, avanzamento tecnologico che l’osannato ing. Marco Pucci, ex a.d. TK-AST, ora all’ILVA, aveva sdegnosamente escluso, mentre un’estesa corte dei miracoli, adusa a osservare il dito anziché la luna,
andava all’attacco di chi aveva civilmente sollevato il problema. Questa forma di appeasement verso Thyssen si sta oggi rivelando un boomerang, come era prevedibile. Non riconoscere o schivare le criticità, non investire le decine e centinaia di milioni necessari ad ambientalizzare le produzioni, oltre a rappresentare plasticamente il grado di rispetto che si ha dei lavoratori e dei cittadini ternani, conduce fatalmente alla catastrofe, generando fenomeni gravissimi anche in campo alimentare. ARPA dunque critica ASL 2, poiché la documentazione consegnata loro –i campioni di prova di latte e uova- è illeggibile, perfino ‘inutile’. Episodio che ARPA segnala in sede statale, dandone notizia al Ministero dell’Ambiente, all’Istituto Superiore di Sanità e all’ISPRA. ARPA otterrà poi dal direttore generale una replica, a nostro avviso carente, poiché non risponde ‘ai quesiti più volte posti’ in merito all’esistenza o meno di ‘rischi per la salute umana’.