Il Dipartimento delle Finanze del Tesoro ha reso noti i dati derivanti dalle statistiche sulle dichiarazioni Irpef del 2012, che ci offrono notizie interessanti ma anche allarmanti. Si viene a sapere, per esempio che il 5% dei contribuenti con i redditi più alti, detiene il 22,7% del reddito complessivo.
Ossia una quota maggiore a quella detenuta complessivamente dalla metà dei contribuenti con i redditi più bassi. Il 90% dei soggetti dichiara invece un reddito complessivo fino a 35.819 euro.
Dall’analisi complessiva dei dati si ricava che in Italia ci sono pochi ricchi e che i guadagni effettivi sono ancora in discesa (meno 1,7%) perché l’aumento nominale dello 0,5%, scompare di fronte all’inflazione. Si ricava ancora che il 5% dei contribuenti dichiara il 23% dei redditi, e il guadagno medio degli italiani scende in termini effettivi.
Altro dato pesante: I lavoratori dipendenti presenti nelle dichiarazioni sono solo 66 mila; mancano quindi all’appello 100 mila contribuenti, che sono andati a ingrossare le fila dei disoccupati o hanno tentato la strada del lavoro autonomo.
Andando a spulciare fra i numeri, si scopre anche che il reddito complessivo totale dichiarato è pari a 800 miliardi di euro mentre il reddito medio è pari a 19.750 euro (+0,5% rispetto all’anno precedente). Con una precisazione: non concorrono alla formazione del reddito complessivo il reddito da abitazione principale ed i redditi fondiari di immobili non locati. In generale, più di 41,4 milioni di contribuenti hanno assolto direttamente l’obbligo della dichiarazione attraverso la presentazione dei modelli Unico e 730, oppure indirettamente attraverso la dichiarazione dei sostituti d’imposta (Modello 770). Il numero dei contribuenti risulta in lieve aumento (+0,2%) rispetto all’anno precedente.
Il reddito di metà degli italiani non supera i 15.654 euro (il reddito medio degli umbri si attesta sui 18.630 euro, con una perdita – rispetto al 2011 – di meno 2,2 per cento).
I lavoratori autonomi – I lavoratori autonomi hanno il reddito medio più elevato, pari a 36.070 euro, mentre il reddito medio dichiarato dagli imprenditori è pari a 17.470 euro. Quello dei lavoratori dipendenti è pari a 20.280 euro, quello dei pensionati pari a 15.780 euro e, infine, il reddito medio da partecipazione in società di persone ed assimilate è pari a 15.850 euro. Circa l’80% dei lavoratori autonomi e la stessa percentuale degli imprenditori con contabilità ordinaria dichiara al fisco un reddito inferiore a 20.000 euro. Sotto la stessa soglia sono invece circa il 60% dei dipendenti e il 70% dei pensionati.
Il reddito nelle regioni – La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (23.320 euro), seguita dal Lazio (22.100 euro), mentre la Calabria ha il reddito medio più basso con 14.170 euro. Nel 2012 il reddito medio nelle regioni del centro – inoltre – cresce meno della media nazionale. E come segnalato il reddito medio dell’Umbria è di 18.630 euro, poco superiore al reddito medio delle Marche che fa segnare i !8.360 euro .
Più di 10 milioni di italiani hanno un’imposta netta pari a zero; si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli di reddito compresi nelle soglie di esenzione, ovvero di contribuenti la cui imposta lorda si azzera con le numerose detrazioni riconosciute dal nostro ordinamento. Tuttavia, l’imposta netta Irpef ha un valore medio di 4.880 euro ed è dichiarata da circa 31,2 milioni di soggetti (il 75% del totale dei contribuenti).
Il confronto con l’anno precedente – Il confronto con l’anno d’imposta precedente mostra una crescita dei redditi medi da pensione (+1,7%) e da lavoro dipendente (+1,3%, che diventa +0,3% considerando i premi di produttività). Calano invece tutti i redditi legati alle attività imprenditoriali e professionali: impresa (-8%), lavoro autonomo (-14,7%) e partecipazione (-4,9%).
Confronto con l’anno prima della crisi – Rispetto all’anno prima della crisi (2008), ci sono circa 350 mila lavoratori dipendenti in meno, 190 mila pensionati in meno (anche per effetto delle misure normative sui pensionamenti introdotte negli ultimi anni), 32 mila imprenditori in meno e 138 mila soggetti in meno che dichiarano reddito da partecipazione. Al contrario si assiste ad un aumento dei lavoratori autonomi (+128 mila).
Il rapporto del Dipartimento delle Finanze del Tesoro sulle dichiarazioni Irpef del 2012 può ben essere integrato con i risultati della recente indagine biennale della Banca d’Italia pubblicata sui bilanci fra il 2010 e il 2012, nell’arco di tale periodo il reddito familiare medio in termini nominali – riferisce Bankitalia – è diminuito del 7,3%, mentre la ricchezza media del 6,9%.
In Italia la povertà pseudoassoluta è salita dal 14% del 2010 al 16% nel 2012, rileva la Banca d’Italia precisando che un povero su tre è immigrato. Nell’indagine biennale sui bilanci delle famiglie, Bankitalia individua la soglia di povertà con un reddito di 7.678 euro netti l’anno (15.300 euro per una famiglia di 3 persone). Ricchezza sempre più concentrata. Secondo l’indagine 2012 di Bankitalia sui bilanci delle famiglie, il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta totale (45,7% nel 2010). La quota di famiglie con ricchezza negativa è invece aumentata al 4,1% dal 2,8% del 2010. La concentrazione della ricchezza è pari al 64%. In Italia metà delle famiglie vive con meno di 2.000 euro al mese. Secondo l’indagine la distribuzione dei redditi resta sempre asimmetrica. In particolare, solo la metà delle famiglie ha un reddito annuo superiore ai 24.590 euro (circa 2.000 euro al mese), mentre un 20% conta su un reddito addirittura inferiore ai 14.457 euro (1.200 euro al mese). Il 10% delle famiglie a più alto reddito, invece, percepisce più di 55.211 euro.
In sintesi: dal 2010 al 2012 la situazione delle famiglie è stata estremamente difficile e pesante, con la crisi che ha eroso redditi ed ha rubato le certezze. Sono stati due anni terribili anche per i giovani che sono risultati i più colpiti dalla crisi.
Il 2013 non ha portato miglioramenti della situazione generale e quindi neppure per le famiglie e per i giovani. Qualche lampo di luce si sta avvertendo adesso, ma per riportare la situazione ad un livello di “normalità” occorrerà del tempo.