Si avvicina il Natale ed è tempo di regali. Ma con la crisi in atto non c’è molto da spendere. Si calcola che in Umbria siano oltre 500mila tra lavoratori dipendenti e pensionati che aspettano la tredicesima. Si stima che siano in arrivo 550 milioni di euro, che secondo le valutazioni dell’organizzazione del commercio, per il 17% sarà destinata a pagare imposte e tasse e solo il 20% sarà tenuta da parte.
«C’è grande ristrettezza tra le famiglie umbre – osserva Francesco Ferroni, segretario regionale Adiconsum – e l’impressione è che tali fondi siano usati in modo molto oculato».
Tanto che a fronte di un assegno medio di circa mille euro, Confcommercio Umbria stima una spesa per i regali di circa 170 euro pro-capite.
Da un lato pesano le scadenze di fine anno, dall’acconto Irpef del 30 novembre ai tributi sulle seconde case (Imurfasi), passando per rate, bollette e altre spese fisse.
«L’impressione è che oggi ormai le tredicesime servano più per tappare buchi – spiega Francesco Ferroni, presidente regionale di Adiconsum – che per programmare acquisti, anche spese effimeri. Un tempo la quota regali era considerata fissa, ora sul mese di dicembre pesano scadenze che si allungano anche al mese di gennaio, specie, se c’è un piccolo imprevisto. E difficile che quello che si incamera in più, si possa mettere da parte come risparmio».
Stando ai dati del Mef, in Umbria si contano circa 260mila lavoratori dipendenti e 270mila pensionati che riceveranno l’assegno che al netto delle imposte avrà una consistenza media di poco più di mille euro.