Le attività maggiormente colpite dalle ‘Ndranghete sarebbero l’edilizia, la ristorazione e l’usura, nel mirino le piccole imprese
E’ stata presentata l’ultima relazione della DIA – Direzione Investigativa Antimafia – che prende in esame il periodo Luglio Dicembre 2021. I dati sono riferiti all’attività monitorata in Italia e nelle diverse regioni
Riportiamo una parte della la relazione che il primo ottobre scorso è stata trasmessa al Parlamento, al Ministro dell’interno. In riferimento all’Umbria si apprende – nel documento – che la Regione continua a non essere coinvolta da forme di stabile radicamento e insediamento di organizzazioni criminali di tipo mafioso ma comunque rappresenta un territorio appetibile per il reinvestimento di capitali illeciti. Elementi di possibile attrazione per gli affari delle organizzazioni criminali sono rappresentati dalle opportunità offerte dal territorio per il riciclaggio, nonché dai finanziamenti pubblici per la ricostruzione post sisma che hanno già evidenziato tentativi di infiltrazione negli appalti da parte di società riconducibili a organizzazioni criminali extra regionali.

Particolare attenzione viene posta alle piccole e medie imprese che caratterizzano il locale tessuto produttivo e che potrebbero essere oggetto di interesse per le organizzazioni criminali di matrice ‘ndranghetista e camorrista sempre attive nell’attività di riciclaggio dei capitali illecitamente acquisiti.
Dal documento emerge che la crisi economica aggravata dagli effetti determinanti dall’epidemia da Covid 19 hanno esposto le realtà imprenditoriali locali ad una particolare vulnerabilità causata dalle contingenti difficoltà economiche e dalla minore disponibilità della liquidità degli imprenditori locali.
La presenza sul territorio della casa di reclusione ad alta sicurezza di Spoleto e della casa circondariale di Terni hanno determinato nel tempo il conseguente insediamento dei parenti dei detenuti in regime detentivo speciale. Pregresse attività investigative hanno consentito di smascherare infiltrazioni da parte di gruppi criminali campani e calabresi perlopiù nell’ambito dei settori dell’edilizia e dell’imprenditoria.

Per quel che concerne la criminalità etnica “nella regione Umbria proseguono nella loro attività delinquenziale gruppi criminali di matrice etnica che occupano stabilmente settori legati al traffico di sostanze stupefacenti, a reati contro il patrimonio ed allo sfruttamento della prostituzione”. Le operazioni eseguite avrebbero infatti confermato l’operatività anche di sodalizi espressione della criminalità organizzata straniera dediti principalmente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare si tratta di illeciti perpetrati verosimilmente da diversi gruppi criminali su tutto il territorio regionale. In tale contesto la criminalità albanese e quella magrebina hanno adottato modalità operative transnazionali commercializzando con i gruppi criminali dei loro rispettivi Paesi.
Nel dettaglio gli albanesi nel corso delle specifiche operazioni di contrasto avrebbero mostrato un elevato grado di organizzazione che gli avrebbe permesso la gestione dell’intero ciclo dall’approvvigionamento generalmente operato dall’Olanda fino alla lavorazione e quindi alla conclusiva attività di spaccio
Sul territorio agirebbe anche la criminalità nigeriana così come evidenzierebbero gli esiti di alcune operazioni di polizia eseguite nel recente passato che hanno appurato il loro forte interesse nel settore della droga, nonché nello sfruttamento sessuale di vittime connazionali minacciate ed assoggettate psicologicamente attraverso pratiche “voodoo” e “ju ju”.