
Il generale Luca Corbellotti. Un concerto del coro dell’Università degli Studi diretto da Marta Alunni Pini.
Momento semplicemente suggestivo quando, ieri pomeriggio, nella sala dei Notari, un veterano dell’Arma ha fatto sfilare la bandiera sulle note della marcia d’ordinanza che Luigi Cirenei scrisse nel 1929. Da allora la “La fedelissima” accompagna tutte le cerimonie dell’Arma, in particolare la ricorrenza della “Virgo fidelis” . Cirenei era nativo di Castel del Piano, e dal ’25 fu direttore della banda dell’Arma: aveva studiato al Rossini di Pesaro e nel ’31 divenne accademico di santa Cecilia. Per noi umbri una eccellenza storica e artistica mai opportunamente valutata e apprezzata.

Molto umbra era del resto la cerimonia che si svolgeva ieri pomeriggio nella massima sala civica del palazzo dei Priori. Qui, dove il legato pontificio, monsignore Giordani, nel giugno del1859, depose il potere temporale dei papi, un momento di particolare valore civico risultava la cerimonia della consegna della medaglia alla bandiera d’argento alla bandiera per i cento anni della sezione Ugolini di Perugia. Una ulteriore occasione per la Associazione Nazionale Carabinieri di farsi riconoscere come soggetto attivo, vivo, presente, responsabile e consapevole nella dinamica di una comunità cittadina sottoposta e tutte le sollecitazione di una società in evoluzione e in metamorfosi. Essere carabinieri, ancora una volta “con gli alamari cuciti addossi”, come sosteneva il non dimenticato generale Dalla Chiesa. Il generale Luca Corbellotti, comandante della legione carabinieri Umbria ha posto la medaglia sulla cuspide di una bandiera che, con molto orgoglio, è stata fatta cucire a mano, per durare nel tempo, a testimonianza di una costante presenza della legge accanto ai cittadini, anche ai più indifesi. Mentre suonavano sul pianoforte le note della Marcia Militare di Schubert, la celebre D 733, gioiosa eco di una Austria imperiale e “felix”, il comandante era attorniato dal Capo di Stato Maggiore, dal Comandante Provinciale, dal Comandante della Compagnia di Perugia, dal Comandante del Nucleo Comando della Compagnia di Perugia, dal Comandante del Nucleo radiomobile, dal Comandante della Stazione Carabinieri di Perugia, insomma da tutta la gerarchia che si ramifica in un servizio capillare diffuso su tutto il territorio a tutela della sicurezza dei cittadini. Impeccabili i componenti della squadro d’onore, il vicepresidente Luigi Marsilio, il socio Maurizio Formelli, e la Benemerita Antonella Brandoni. Per tutti prendeva la parola una figura storica dell’Arma, l’ispettore regionale generale Federico Antonio Cornacchia, classe 1931, braccio destro del generale Dalla Chiesa, vittima designata delle Brigate Rosse salvato solo dalla previdenza dei colleghi dell’Arma, figura chiave del caro Moro e autore di oltre trenta libri che narrano delle sue perigliose vicende. Alla sua affabile facondia il compito di cucire intorno a questo pomeriggio così importante, la umanità di un contatto continuo tra chi la legge la serva, con abnegazione e chi la invoca come difesa contro la malvagità. Al generala, più volte ospite di istituzioni cittadine per la presentazione di suoi volumi autobiografici, risultava speculare la figura del prorettore della Università per Stranieri, il professor Francesco Asbrubali. Il generale, due anni fa, tenne una memorabile “lectio magistralis” a palazzo Gellenga e accolse con piacere il relativo omaggio musicale correlato. Anche in questo pomeriggio la musica ha fatto da contorno alla cerimonia della bandiera e alla seguente consegna di benemerenze che venivano elargite dalle autorità, tra cui il prefett,o il romano Francesco Zito. Presenti personaggi molti noti della vita civile cittadina, come il giudice Giuliano Mignini e il dottor Fausto Cardella. Presiedeva a tutte lo svolgimento della serata una figura di particolare rilievo morale, la vedova della Medaglia d’oro Fezzuoglio, la dottoressa Emanuela Becchetti. Una altra presenza femminile, graditissima era la presentatrice della serata, la cantante lirica Alessandra Ongarello, recentemente applaudita nelle vesti di Mamma Lucia nella “Cavalleria rusticana” di Mascagni.

Con la affettuosa presentazione del generale Cornacchia, dopo la benedizione della bandiera impartita dal cappellano militare don Giuseppe Balducci, ha avuto inizio il garbatissimo concerto che il coro della Università degli Studi di Perugia ha realizzato sotto la magistrale direzione di Marta Alunni Pini. La formazione, nata nel 1988 da una iniziativa del maestro Salvatore Silivestro, oggi opera sotto le attenzioni dell’ADISU, e unisce studenti, docenti e amministrativi nel comune amore per la musica vocale. Particolarmente gradito il programma apertosi con uno scampolo della polifonia rinascimentale, “Son ben chi m’ha bon tempo” di Orazio Vecchi e subito declinato verso espressioni della musica popolare moderna, con brani accattivanti di Jobim, Giacobetti, Giovannini e Garinei, Bruno Canfora, Barlow, i Lunapopp e il tradizionale “This little light of mine happy”, con arrangiamenti di Oreste Calabria e Francesco Andreucci che si alternavano alla tastiera e alla direzione. Un particolare rilievo per la presenza di Marta, che cantava, suonava le percussioni e dirigeva con una animata comunicativa.

Non si sarebbe potuta adottare una musica migliore per un manifestazione che era di grande decoro e di profonda comunicativa umana. Un momento di riflessione sul particolare spirito di sacrificio che impronta ogni milite dell’Arma, sempre sull’orlo del pericolo e della dedizione, ma anche padre di famiglia, sposo, figlio e fratello di una umanità che vive nel quotidiano, sempre nella speranza di un mondo migliore. Ancora una volta la musica è stata protagonista di una riflessione che ci ha tutti unito.
Stefano Ragni







