Continuano le indagini sull’incendio del 25 aprile alla LucyPlast: l’ipotesi dolosa non è esclusa.
L’inchiesta della Procura di Perugia sul devastante incendio che ha colpito l’azienda LucyPlast di Pian d’Assino procede formalmente per incendio colposo, ma non viene esclusa la pista del dolo. Decisiva sarà la perizia dei Vigili del Fuoco, attualmente in fase di elaborazione.
Una parte del piazzale esterno dell’azienda risulta ancora sotto sequestro, mentre le tonnellate di plastica bruciate sono state coperte da grandi teli protettivi, su disposizione dell’Arpa Umbria, per impedire la dispersione di polveri potenzialmente tossiche nell’aria e sul terreno.
Secondo le prime ricostruzioni, le fiamme potrebbero essere partite da un malfunzionamento dei pannelli fotovoltaici, che avrebbe provocato un corto circuito, innescando l’incendio che ha distrutto anche la tettoia metallica dell’impianto I tecnici dell’Arpa hanno effettuato numerosi campionamenti dell’aria nelle zone circostanti, tra cui Umbertide e Pietralunga, e hanno escluso la presenza di inquinamento atmosferico. Anche sui prodotti agricoli coltivati in zona non sono state rilevate diossine. Tuttavia, per precauzione, si raccomanda ai residenti di lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo.
La LucyPlast: crescita e preoccupazioni
La LucyPlast, azienda specializzata nella produzione di granuli in plastica rigenerata, è cresciuta significativamente negli anni, arrivando oggi a contare 94 dipendenti. Più volte i residenti di Pian d’Assino avevano segnalato alle autorità i potenziali rischi ambientali e industriali legati a un eventuale incendio nello stabilimento.
Le prossime settimane saranno decisive per chiarire l’origine dell’incendio e accertare eventuali responsabilità.