Il giovane operaio Sanderson Mendoza è deceduto ieri sera all’ospedale Sant’Eugenio di Roma
Sanderson Mendoza, il giovane operaio della società Tapojärvi rimasto gravemente ferito nell’incidente sul lavoro lunedì 10 marzo all’interno del polo siderurgico Ast di Terni, è purtroppo deceduto. Il 26enne è spirato nel pomeriggio di domenica 16 Marzo nel reparto di rianimazione del centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma.

Le dinamiche dell’incidente
Le prime ricostruzioni indicano che l’incidente sarebbe stato causato dalla fuoriuscita di scoria fusa lungo la cosiddetta “rampa scorie”, situata tra i forni e l’area di trattamento Tapojärvi. Tra le ipotesi al vaglio vi sono una manovra brusca del mezzo o un’irregolarità del terreno che potrebbe aver causato un’oscillazione improvvisa, determinando la fuoriuscita del materiale incandescente.
Dopo il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, l’area e il mezzo coinvolto sono stati posti sotto sequestro dalla Procura di Terni, che ha immediatamente aperto un fascicolo per lesioni colpose aggravate dalla violazione delle norme antinfortunistiche. Con il tragico decesso del giovane, l’ipotesi di reato verrà ora modificata in omicidio colposo.
Le condizioni cliniche di Sanderson Mendoza
Le condizioni di Mendoza erano apparse fin da subito estremamente gravi, con ustioni di secondo e terzo grado che coprivano il 77% del suo corpo. Dopo un primo soccorso in codice rosso all’ospedale Santa Maria di Terni, il giovane operaio era stato trasferito d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove è rimasto intubato per sei giorni. Venerdì scorso i medici hanno tentato un primo intervento chirurgico per arginare il quadro clinico gravemente compromesso dalle infezioni, ma purtroppo ogni tentativo è stato vano. Mendoza lascia i suoi genitori e la sua compagna, in un dolore incolmabile.
Il cordoglio del mondo sindacale e politico
Il tragico incidente ha scosso profondamente il mondo del lavoro e delle istituzioni. La Fim Cisl ha rilasciato una nota di dura condanna: «Non si può morire di lavoro, non si può morire a 26 anni. Questa tragedia si aggiunge a una lunga scia di sangue che quasi quotidianamente riempie le cronache del lavoro. È inaccettabile in un Paese che si definisce civile». Anche la Ugl Sicurezza Civile di Terni ha espresso il proprio dolore, con il rappresentante Ugo Carpino che ha dichiarato: «La sicurezza sul lavoro non può essere affrontata con superficialità. Aziende e datori di lavoro devono garantire che essa rimanga sempre una priorità assoluta».
La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e la giunta regionale hanno espresso “forte cordoglio per la morte di Sanderson Mendoza”, ribadendo la necessità di un impegno costante per il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro.
Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha manifestato il proprio dolore: «La morte di Sanderson Mendoza è una notizia terribile che colpisce tutta la città. Sono vicino alla sua famiglia, alla sua fidanzata e ai colleghi che hanno vissuto questo drammatico evento. Il mio impegno resta quello di fare in modo che i luoghi di lavoro siano luoghi di crescita e non di tragedia».
Sicurezza sul lavoro: una piaga ancora aperta
L’incidente che ha portato alla morte di Sanderson Mendoza riaccende i riflettori sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Nonostante le normative vigenti, le tragedie continuano a susseguirsi, segno di un sistema che necessita di ulteriori controlli e interventi concreti per garantire la protezione dei lavoratori.
Questa ennesima tragedia deve servire da monito per rafforzare le misure di prevenzione e contrastare l’insicurezza sul lavoro, affinché nessun’altra famiglia debba piangere la perdita di un proprio caro per una negligenza evitabile.
I colleghi di Mendoza sono affranti per la tragica morte del collega ed amico e sono vicini nel dolore alla famiglia