L’uomo ha rivolto alla giovane direttrice di gara la frase “Dovresti fare la fine di Ilaria Sula”. Indignazione dell’AIA e della società: “Fatto inaccettabile”
Domenica scorsa, su un campo di calcio giovanile della provincia, è accaduto un fatto che ha rapidamente scosso non solo il mondo dello sport locale, ma anche quello nazionale. Durante una gara del campionato Under 17, un dirigente dello Sporting Terni ha rivolto insulti sessisti e minacce gravissime all’indirizzo dell’arbitra designata per dirigere l’incontro.
Secondo quanto riportato nel referto ufficiale e confermato da diversi testimoni, il dirigente – durante il secondo tempo – ha urlato all’arbitra la frase “Dovresti fare la fine di Ilaria Sula”, facendo riferimento alla giovane donna uccisa a Roma nei giorni scorsi, vittima di femminicidio.
La giovane arbitra ha immediatamente reagito sul campo, procedendo con l’espulsione del dirigente, il quale – stando alle testimonianze – avrebbe continuato a inveire anche dopo l’allontanamento, fuori dall’area tecnica.
La reazione della società e delle istituzioni
Lo Sporting Terni, tramite un comunicato ufficiale, ha preso le distanze dal comportamento del proprio tesserato, annunciandone la sospensione cautelare e l’avvio di un’indagine interna per accertare i fatti. “Condanniamo fermamente ogni comportamento contrario ai valori educativi dello sport”, si legge nella nota.
Anche l’Associazione Italiana Arbitri ha reagito con fermezza, esprimendo “solidarietà piena” alla direttrice di gara e parlando di un “episodio che va punito con determinazione”. La stessa AIA ha segnalato il caso agli organi di giustizia sportiva.
Un fatto che interroga la comunità
Il grave episodio ha suscitato indignazione anche da parte di esponenti del mondo politico e sportivo umbro. Diversi arbitri e dirigenti hanno espresso vicinanza alla giovane, che nonostante le offese ha proseguito con professionalità fino al termine della gara.
L’accaduto rappresenta purtroppo l’ennesimo caso di violenza verbale contro le donne in ambito sportivo, in un contesto – quello del calcio dilettantistico – dove ancora troppo spesso mancano cultura del rispetto e senso civico.