Alla base della crisi matrimoniale con Laura il desiderio di avere un figlio
La città di Spoleto è sotto shock per un nuovo caso di femminicidio. Nicola Gianluca Romita, agente di vendita di una cantina dello Spoletino che ieri ha ucciso la moglie soffocandola, è stato interrogato per oltre 11 ore presso il commissariato di Spoleto e successivamente condotto in carcere su disposizione del procuratore Claudio Cicchella, con l’accusa di omicidio volontario.
L’uomo avrebbe confessato agli inquirenti del periodo di crisi con Laura confermando che la vittima, 36enne originaria di Palermo, avrebbe tanto desiderato diventare madre. Gianluca Romita già padre di due figli avuti da un precedente matrimonio era contrario, da qui l’ultimo litigio rimasto fatale per Laura.
Romita durante la lite ha messo le mani al collo della moglie e l’ha strangolata.
La vittima, secondo quanto hanno evidenziato le macchie di sangue sul viso, ha provato a difendersi, purtroppo senza riuscirci. I carabinieri l’hanno trovata sul pavimento in camera da letto,con addosso ancora il pigiama. Secondo i primi dati emersi dalla ricognizione cadaverica esterna, la vittima sarebbe morta nelle prime ore del mattino.
Dalle ultime indiscrezioni è emerso che, dopo averla strangolata, Romita ha chiamato l’ex moglie e a seguire il 112 dichiarando che aveva ucciso Laura e che stava andando a togliersi la vita. I poliziotti lo hanno fermato sul Ponte delle Torri, mentre stava tentando il suicidio.
Indagini in corso
Le autorità stanno approfondendo il caso per ricostruire nel dettaglio i fatti e comprendere il contesto di violenza domestica che ha portato a questo tragico epilogo. L’ennesimo femminicidio che riaccende il dibattito sulla violenza contro le donne in Italia.