Le ultime indiscrerzioni ed i particolari dell’indagine in corso
Si fa sempre più chiarezza sulla morte dello chef Domenico Vincenti trovato morto all’interno del locale che gestiva all’interno del resort di Fontepino. E’ confermato che a individuarne il corpo, nel pomeriggio di Ferragosto, è stato un ospite del resort che, passando davanti alle vetrate, ha notato la sagoma dell’uomo riversa a terra.
L’allarme è scattato poco dopo le 17. Sul posto i carabinieri, il medico legale Luca Tomassini e il sostituto procuratore Michela Petrini. Dai primi rilievi è stato confermato che la morte risalirebbe ad almeno due giorni prima del ritrovamento, collocandosi quindi tra la notte di martedì e mercoledì.
Sebbene sul corpo non siano stati rinvenuti segni di violenza, la procura ha deciso di aprire un fascicolo con l’ipotesi di “morte come conseguenza di altro reato”, formula che consente di non tralasciare alcuna pista. Le ferite al volto, notate inizialmente, sarebbero compatibili con una caduta, ma restano da chiarire le cause esatte del decesso: sarà l’autopsia a fornire risposte.
Ad alimentare i dubbi, alcuni elementi emersi durante i primi accertamenti. All’interno del locale è stato infatti rinvenuto un piccolo quantitativo di cocaina, ritenuto per uso personale, ma che ha spinto gli inquirenti ad approfondire ogni ipotesi. Il telefono dello chef è stato sequestrato per le analisi, con l’obiettivo di ricostruire gli ultimi contatti e movimenti.
Secondo le testimonianze raccolte, l’ultimo a vedere Vincenti in vita sarebbe stato il custode del complesso, martedì pomeriggio. La sera stessa, dal suo cellulare, sono partite alcune chiamate verso collaboratori, rimaste senza risposta. Da mercoledì mattina, invece, il telefono risultava irraggiungibile.
Ulteriore punto da chiarire riguarda un presunto ricovero ospedaliero a Foligno, tra lunedì e martedì, riferito da una cliente che avrebbe ricevuto un messaggio vocale in cui Vincenti spiegava di essersi sentito male e di essere stato accompagnato in pronto soccorso. Circostanza che, al momento, non ha trovato conferma ufficiale.
Il ristorante di Fontepino era aperto solo per eventi e serate particolari. Nel giorno di Ferragosto, la struttura ospitava una festa in piscina non collegata al locale, motivo per cui nessuno aveva dato peso all’assenza dello chef fino al ritrovamento del corpo.








