Le proposte: più organico, meno detenuti e uso del taser
SPOLETO – Ancora violenza nel carcere di Spoleto. Due agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti durante un tentativo di sedare una violenta colluttazione tra detenuti. A denunciare l’accaduto è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (SAPPE), che lancia l’allarme sulle condizioni critiche in cui versano le carceri umbre e chiede l’apertura urgente di un tavolo ministeriale.
Secondo quanto riferito, l’episodio si è verificato nelle scorse ore: un assistente capo e un sovrintendente sono intervenuti per fermare una rissa scoppiata tra due detenuti nel reparto di media sicurezza. Nel corso dell’intervento, entrambi gli agenti sono rimasti feriti, riportando lesioni con una prognosi complessiva di cinque giorni.
Il SAPPE: “Situazione insostenibile, servono misure urgenti”
Il sindacato evidenzia come l’aggressione si inserisca in un contesto ormai cronicamente problematico per l’istituto penitenziario di Spoleto, afflitto da sovraffollamento e carenza di personale. “L’Amministrazione Penitenziaria ha inviato alcuni rinforzi – spiega il sindacato – ma le misure adottate finora non sono sufficienti. Serve un intervento concreto per ridurre il numero dei detenuti, anche attraverso trasferimenti verso altre strutture”.
Capece: “Subito un tavolo di crisi per le carceri umbre”
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha espresso solidarietà ai due agenti feriti e ha rinnovato la richiesta di aprire un tavolo di confronto a livello ministeriale per affrontare l’emergenza penitenziaria in Umbria.
“Gli episodi di violenza contro la Polizia Penitenziaria – sottolinea Capece – non sono casi isolati, ma la spia di un sistema che non regge più. Le aggressioni sono in aumento e le misure adottate finora si sono dimostrate inefficaci. La cosiddetta vigilanza dinamica e il regime di custodia aperta hanno solo peggiorato la situazione”.
Le proposte: più organico, meno detenuti e uso del taser
Tra le richieste avanzate dal SAPPE figurano:
- Il rafforzamento dell’organico;
- Il trasferimento di una parte della popolazione detenuta verso altri istituti;
- La dotazione di strumenti di autodifesa, come il taser;
- L’attivazione di programmi di lavoro strutturati per i detenuti.
Capece ha ribadito l’importanza di impiegare i detenuti in attività lavorative quotidiane, sia per favorire il processo rieducativo previsto dall’ordinamento, sia per ridurre le tensioni e i disordini interni.
Emergenza carceri: un problema nazionale
Il SAPPE ricorda infine che le criticità registrate a Spoleto sono solo un riflesso di un’emergenza più ampia che riguarda molte altre carceri italiane. La combinazione di sovraffollamento, organici ridotti e modelli gestionali inefficaci ha creato condizioni di lavoro estreme per il personale penitenziario. “Non servono soluzioni tampone – conclude il sindacato – ma un piano strategico complessivo che ristabilisca condizioni di sicurezza e dignità sia per gli operatori che per i detenuti. La situazione nel carcere di Spoleto è il simbolo di un sistema penitenziario che ha urgente bisogno di essere riformato.”