La Corte d’assise di Terni ha inflitto la pena a Erjon Behari, 44 anni, riconoscendo le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi
È stato condannato a 24 anni e un mese di reclusione Erjon Behari, il 44enne di origine albanese riconosciuto colpevole dell’omicidio di Stefano Bartoli, il giovane spoletino di 28 anni ucciso il 20 luglio 2024 in via Due Giugno, nel quartiere Casette di Spoleto. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte d’assise di Terni.
Secondo la ricostruzione dei giudici, quella sera un violento alterco tra i due sarebbe degenerato fino a quando Behari, armato di un coltello, colpì Bartoli con un fendente al costato. Il giovane, soccorso e trasportato d’urgenza in ospedale, morì poco dopo per la gravità delle ferite riportate.
Nel corso del processo, il pubblico ministero Alessandro Tana aveva chiesto per l’imputato la condanna all’ergastolo, contestando l’aggravante dei futili motivi. La Corte, tuttavia, ha ritenuto di riconoscere l’equivalenza tra l’aggravante e le attenuanti generiche, determinando la pena in 24 anni e un mese.
Nell’udienza precedente si erano vissuti momenti di forte tensione in Corte d’Assise a Terni, durante la proiezione del video che documenta l’omicidio.
Il filmato, acquisito dalle telecamere di sorveglianza delle abitazioni di via Due Giugno, mostra il violento alterco tra i due uomini davanti al palazzo in cui viveva l’imputato. Dopo che Bartoli aveva sferrato un calcio contro il portone d’ingresso, Behari riemerge brandendo un coltello da tavola e lo colpisce al costato.
L’arma, successivamente, venne consegnata ai carabinieri. Durante la visione delle immagini, la madre della vittima, presente in aula, fu colta da un lieve malore e dovette uscire.
Behari era difeso dall’avvocato Maria Donatella Aiello, mentre la madre e i fratelli della vittima, costituitisi parte civile con l’avvocato Andrea Bellingacci. la famiglia ha ottenuto una provvisionale di 50 mila euro in favore della madre e 25 mila euro per ciascuno dei fratelli.








