(A.L.) I nipoti di Gramsci non hanno dimestichezza con i soldi (degli altri) e le loro banche hanno ingoiato e bruciato miliardi su miliardi, esempio classico il Monte dei Paschi di Siena. Ora altre quattro banche del centro Italia, infarcite di funzionari di partito convertiti in bancari,
sono riusciti a fare un disastro epocale. 43 mila persone umbre, per lo più anziane, e che magari votano Ds, si ritrovano con un pugno di mosche del loro tfr, risparmi di una vita messi in obbligazioni di istituti di credito gestiti nel peggiore dei modi. A Chiusi della Verna, al confine con la nostra regione, il 60 per cento della gente è rimasta derubata di tutti gli averi per una legge di per sè giusta (i soci sono responsabili al capitale dell'azienda alla quale partecipano) ma che dovrebbe prevedere per chi ha fatto questo disastro di pagarne le conseguenze. E invece no,
la parte sana delle quattro banche, magari con gli stessi dirigenti che le hanno affossate, tornano sul mercato mentre la parte avariata resta in mano a gente sprovveduta che si è fatta convincere a comprare titoli spazzatura. E non stiamo parlando di speculatori incalliti ma di anziani del tutto digiuni di finanza. La domanda che tutti ora si pongono: ma se questi geni bancari d'estrazione pidiessina sono riusciti ad affossare quattro banche, come si può far loro gestire il Paese? Lo sapremo alle prossime elezioni, a meno che gli italiani abbiano un fondo masochistico.