Su disposizione della Corte d’appello di Perugia sono stati sequestrati a un cinquantaquattrenne residente ad Ancona due abitazioni in provincia di Ancona, un’unita’ immobiliare, due appartamenti, due box e un terreno in Bulgaria, un’auto e una moto di grande cilindrata, e quasi 300 mila euro su un conto corrente bancario. Il camorrista era stato condannato nel 2011 per un traffico internazionale di cocaina gestito dalle cosche della ‘ndrangheta reggine del versante jonico.
Il provvedimento é stato eseguito dalla guardia di finanza che ha sequestrato anche disponibilità economiche per un valore di oltre un milione e mezzo di euro.
Il sequestro finalizzato alla confisca è stato disposto su richiesta della procura generale di Perugia che ha trattato un fascicolo, stavolta per truffa, arrivato in Umbria per competenza territoriale.
Secondo quanto riferito in conferenza stampa -alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore generale di Perugia, Fausto Cardella, il comandante della guardia di finanza dell’Umbria, generale Antonio Sebaste, e il comandante delle Marche, generale Gianfranco Carozza-, l’indagine patrimoniale del Gico é scattata in seguito alla segnalazione dell’ufficio generale di coordinamento e organizzazione recentemente istituito presso la procura generale.
Dagli accertamenti, coordinati dal sostituto procuratore generale Giancarlo Costagliola, é emersa una “sproporzione” tra i redditi dichiarati dall’uomo fin dagli anni Ottanta e i beni a sua disposizione. Inoltre le indagini hanno dimostrato l’abituale propensione del condannato ad occultare e reinvestire in Bulgaria i proventi illeciti derivanti dai reati Il generale Carozza ha anche parlato di una “finta separazione” con la moglie bulgara, ritenuta strumentale per l’accumulo di beni.
Il generale Sebaste ha sottolineato l’importanza di “colpire le organizzazioni criminali nel cuore degli interessi economici”.