di Francesco Castellini – Nel centro d’Italia batte forte un cuore blu cobalto, di uno splendore e di una bellezza unica e infinita. Immerso nel verde delle colline umbre, il lago Trasimeno è il quarto bacino nazionale per estensione.
Sulle sue sponde si trovano borghi antichi e magici, tra i canneti e l’incantevole ninfea bianca, si stende un vero e proprio paradiso naturale in cui si affollano anatre selvatiche, cormorani, il nibbio, il martin pescatore. A fare da cornice poi, al di là del declivio pianeggiante, dolci colline con boschi che si alternano a campi di girasole e di mais, vigneti e distese di olivi. E non è un caso che tale gioiello da solo attragga il 35% dei flussi turistici della regione, che però negli ultimi tempi ha fatto registrare dati calanti. Si è passati da un milione di presenze, alle 870mila attuali, frutto di una brusca discesa iniziata con la siccità del 2012 e conseguenza degli effetti nefasti della pubblicità negativa provocata dal sisma 2016.
E sì che il comprensorio del lago Trasimeno potrebbe diventare l’area più idonea a rilanciare il comparto del turismo e trainare la ripresa dell’economia regionale.
Da allora sono state fatte tante promesse, ma di fatto si è rimasti solo a guardare, passivamente e colpevolmente.
Che dire per esempio del fatto che da un punto di vista ambientale il Trasimeno non sta molto bene. Su sei punti sottoposti a monitoraggio microbiologico nei giorni scorsi dai tecnici della Goletta dei Laghi, tre sono risultati fortemente inquinati. Dati preoccupanti a Castiglione del Lago, presso la foce del torrente Paganico, a Passignano sul Trasimeno, nella località Le Pedate, e a Magione, presso la foce del canale nei pressi di Sant’Arcangelo. Mentre non risultano per nulla infestati e infetti i prelivi effettuati presso il torrente Anguillara, a Tuoro sul Trasimeno, nella località di Macerone e a San Donato, nel comune di Passignano sul Trasimeno.
Le categorie di rifiuti più trovati sono state: 32 bottiglie di vetro e 68 pezzi di vetro/ceramica di dimensione > 2.5 cm; 14 bottiglie di plastica > 0.5 litri; 11 bottiglie di plastica < 0.5 litri; 9 buste di plastica; 7 pneumatici; 7 pezzi di infissi in plastica; resti di reti da pesca. I rifiuti più particolari che sono stati trovati sono stati uno scaldabagno, una sedia anni ’80, una parte di scafo di vetro resina di una barca ed escrementi di cane in sacchetto.
Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico e i tecnici ricordano che «quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni».
Legambiente evidenzia che «la qualità delle acque dei laghi umbri, è un elemento imprescindibile per lo sviluppo del territorio, soprattutto per quanto riguarda la vocazione turistica. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che si trovano lungo le rive dei laghi, punti spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nel lago».
Secondo Maurizio Zara, vicepresidente di Legambiente Umbria, «Il passaggio della Goletta suggella una nuova epoca per le amministrazioni future. Tre punti su sei sono una macchia non più tollerabile per il territorio. I comuni sul Trasimeno devono fare della qualità delle acque e degli ecosistemi il loro fronte d’impegno principale. Il comprensorio del Trasimeno, ad altissima vocazione turistica, non può più permettersi di ignorare i problemi legati alla cattiva depurazione. Oggi, chiediamo agli amministratori, soprattutto ai neoeletti di intervenire prontamente e in maniera definitiva, avviando così una nuova stagione per il lago».
Diverse le novità della Goletta dei Laghi quest’anno, tra cui la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute – la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo – grazie alla collaborazione con l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (Irsa-Cnr). Dal prossimo autunno il lago Trasimeno sarà anche teatro del progetto Life Blue Lake, di cui Legambiente è capofila e che ha come partner l’Arpa Umbria e la Global Nature Fund (coordinatore della rete Living Lake). Il progetto permetterà di tenere alta l’attenzione sui problemi del lago, durante tutto l’arco dell’anno, e di individuare buone pratiche di governance assieme ad amministratori e cittadini.
Il problema dell’inquinamento si va ad aggiungere alle tante questioni aperte che interessano tutto il comparto, come rilevato dall’inchiesta fatta sul campo dal periodico Umbria Settegiorni (in edicola) che dedica al Trasimeno un approfondimento, con tanto di testimonianze dirette degli operatori e le analisi di politici chiamati a gestire il territorio.