Niente da fare per i 142 lavoratori della Treofan. I licenziamenti sono stati confermati ed è stata interrotta ogni forma di trattativa con la multinazionale Jindal per salvare il polo ternano.
Ieri, lunedì 8 febbraio, si è infatti svolto l’incontro tra il liquidatore della Treofan e le parti sociali, riuniti per trovare una soluzione immediata alla vertenza. Le ultime richieste da parte dei sindacati, tra cui il ritorno alla produzione del sito del polo chimico della Polymer, erano state recapitate dal liquidatore, l’avvocato Ettore Del Borrello, alla multinazionale indiana Jindal.
I lavoratori, appresa la drammatica notizia, si sono dati appuntamento per organizzare nuove manifestazioni e mobilitazioni, recandosi in compagnia dei sindacati allo stadio Liberati dove hanno esibito uno striscione di protesta.
La segretaria provinciale della Fictem, Marianna Formica, intervenendo sulla questione Treofan, ha dichiarato che le professionalità e le competenze dei lavoratori non devono essere disperse e che Filctem Cgil continuerà a combattere per la loro salvaguardia.
Anche la Confcommercio di Terni si è posta al fianco dei lavoratori della Treofan, sostendendo la loro lotta e “condividendone pienamente le ragioni”.
Il presidente Stefano Lupi ha dichiarato che: “La scellerata decisione di chiusura da parte della multinazionale indiana Jindal crea un’ulteriore ferita nel tessuto economico del nostro territorio, gettando nella disperazione 142 famiglie oltre ai lavoratori dell’indotto. La dignità delle persone va tutelata e salvaguardata, nel mantenimento e nella tenuta di un territorio che da sempre vede nel lavoro la propria espressione di comunità. La cancellazione di questa fabbrica impoverisce tutti, procurando in filiera danni anche ad altri settori economico – produttivi. Non vi può essere commercio e terziario senza le attività primarie. Al momento non vi è nessuna ipotesi di reindustrializzazione del sito produttivo, segnando in tal senso la proprietà, la cancellazione di una azienda sacrificata su becere logiche di mercato, non già perché non profittevole. Rifiutiamo questo modo corsaro di intendere l’economia ed i rapporti con i lavoratori ai quali va la nostra massima solidarietà e vicinanza in questa vertenza che è dell’intera città di Terni. Per questi motivi siamo al fianco dei nostri concittadini, padri di famiglia, in questo difficile e complicato momento”.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, questo pomeriggio ha preso il via l’occupazione dello stabilimento della Treofan di Terni da parte dei lavoratori, dopo che sono svanite le possibilità di reindustrializzazione del sito, a poche ore dalla conclusione della procedura di messa in liquidazione della società, prevista domani.
I dipendenti, insieme ad organizzazioni sindacali di categoria e rsu, si sono ritrovati all’interno del sito, dove sono stati affissi degli striscioni di protesta.
In fabbrica erano presenti anche il sindaco Leonardo Latini e l’assessore comunale allo Sviluppo economico, Stefano Fatale.
“Si sta verificando l’epilogo che temevamo, da dopodomani 142 lavoratori staranno a casa” è l’allarme lanciato dai dipendenti, la maggior parte dei quali ultracinquantenni, ancora lontani dall’età pensionabile. “La chiusura è il risultato di politiche italiane sbagliate – ha spiegato uno di loro – che lasciano che imprenditori esteri vengano in Italia per prendere la produzione e farla loro”. “Ci aspettavamo qualcosa di più dalle istituzioni – ha aggiunto un collega -, ma il Governo, e non solo lui, latita”.
La speranza di lavoratori e sindacati è comunque che possa esserci ancora uno spiraglio nella trattativa “per continuare a lavorare”.