Si è svolto a Terni un interessante dibattito sul tema dell’educazione alle nuove tecnologie con la presentazione del volume “Crescere tra reale e virtuale”, edito nel 2019 da Edizioni Helicon.
L’incontro si è tenuto all’hotel Garden di Terni, organizzato dal Lions club Terni Host, è stato presieduto da Carlo Viola.
Introdotti dal presidente di Confcommercio Stefano Lupi, che ha reso possibile l’evento, e con la moderazione della dottoressa Carla Pagliari, i numerosi partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi con gli autori.
I relatori: il dottor Santino Rizzo (primario dell’otorinolaringoiatria dell’ospedale di Terni) che ha parlato dei problemi di udito che nel mondo colpiscono milioni di persone di età compresa tra i 12 e 35 anni, a causa della prolungata esposizione a suoni forti; il dottor Enrico Poddi (primario dell’oculistica del Santa Maria) che ha affrontato i problemi alla vista che, dal 1997 ad oggi, sono aumentati nei giovani del 35%, a causa della prolungata esposizione a computer, tv, smartphone e tablet; il dottor Maurizio Bechi Gabrielli (dirigente psicologo Usl Umbria 2, specializzato in disagio psichico giovanile) che ha parlato del grande incremento in Italia paese dei casi di Hikikomori, la sindrome dei ragazzi che si chiudono in camera e rifiutano ogni aiuto; il dottor Lorenzo Barbagli (pedagogista e autore del testo “Crescere tra reale e virtuale”) che ha spiegato come educarsi ad un uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché l’uso non diventi abuso; la dottoressa Antonella Artiaco, educatrice e counselor, ed il dottor Lorenzo Barbagli, pedagogista e counselor, hanno approfondito i temi delle necessità educative che, a seconda dell’età dei giovani, caratterizzano la relazione con lo smartphone, il tablet o le consolle di gioco.
Come è stato sottolineato dagli autori, è importante che i giovani maturino consapevolezza e competenze circa il mondo virtuale, sostenuti dal dialogo con gli adulti e dal buon esempio affinché possano sfruttare le occasioni e le risorse offerte dalla tecnologia senza cadere nelle trappole del web e dei social network.
La discussione ha messo in luce come a far la differenza non siano il controllo o il proibizionismo ma la conoscenza di se stessi, le autonomie e la sperimentazione di attività alternative che permettano ai giovani di scoprire la bellezza delle esperienze reali e di vivere con pienezza le loro emozioni ed i loro sentimenti dentro e fuori dal virtuale.