Gianluca Menichino, 35 anni, ternano, tre anni fa rimase schiacciato nel reparto Pix1 dell’acciaieria Ast e morì il 9 gennaio del 2018 dopo mesi di agonia.
Per la morte di Gianluca, il giudice, Barbara Di Giovannantonio, ha condannato con il rito abbreviato sei dei nove imputati di omicidio colposo e ne ha assolti tre con formula piena.
Sono stati condannati ad un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, l’ingegner Massimo Calderini, all’epoca direttore di stabilimento e altri cinque dipendenti Ast che, quando si verificò l’infortunio costato la vita a Gianluca Menichino, avevano a vario titolo responsabilità nella produzione a freddo e nel reparto Pix1. Si tratta di Dimitri Menecali, Gianvincenzo Salamone, Emanuele Fabri, Raffaele Luongo e Alfonso Alongi.
Il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Elena Neri, concedendo agli imputati condannati, oltre alla riduzione della pena in virtù del rito abbreviato, le attenuanti generiche e la non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale.
Assolti invece per non aver commesso il fatto i tre capiturno preposti alla manutenzione degli impianti, che erano stati rinviati a giudizio dal sostituto procuratore, Tullio Cicoria, con le stesse ipotesi di reato. Si tratta di Federico Mariani, Arcangelo Lanni e Leonardo Zaffrani.
Ad assistere i familiari di Gianluca Menichino l’avvocato Marco Tudisco.