L’importazione dell’acciaio inox indonesiano fa paura per i contraccolpi che può portare alla produzione dell’Ast di Terni. Se la situazione non muterà il polo produttivo ternano è a rischio e così il deputato Raffaele Nevi (Forza Italia) ha chiesto, in un’interpellanza parlamentare, al ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, di farsi promotore di una iniziativa nelle opportune sedi dell’Unione Europea per rivedere l’elenco dei Paesi in via di sviluppo a cui si applicano le misure dí salvaguardia in materia di import di acciaio, valutando la possibilità di adottare specifiche, e soprattutto rapide, azioni per salvaguardare l’industria italiana dell’acciaio.
Tempestivamente il sottosegretario alle attività produttive, Crippa, ha risposto all’interrogazione specificando che il governo gialloverde invierà una lettera all’Ue “sollecitando l’introduzione di misure di salvaguardia con imposizione di dazi sull’ Indonesia”. La letterà sarà inviata, congiuntamente, con i governi francese e belga. Nell’interrogazione, presentata con i colleghi Barelli, Brunetta, Carrara, Fiorini, Porchietto, Polidori e Squeri, Nevi aveva ricordato che, secondo le associazioni europee del settore acciaio, “ritardare la valutazione dei livelli import a luglio 2019 non farebbe che incoraggiare un ulteriore aumento delle importazioni dall’Indonesia e promuovere l’accumulo di scorte per coprire il mercato dell’Unione per la restante parte dell’anno”.
Per il vice presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli: “Secondo le previsioni dei produttori il comparto potrebbe collassare entro l’estate. Le acciaierie di Terni, in particolare, sarebbero ad alto rischio. Da mesi, imprenditori e sindacati chiedono al Governo di intervenire. Ma il Governo e il ministro Di Maio sono stati per lungo tempo spettatori e la loro inerzia rischia di danneggiare un settore strategico per il Paese con contraccolpi sull’occupazione devastanti”.