L’ASSPI di Terni (associazione dei piccoli proprietari immobiliari) sta interessandosi del caso di duecento famiglie ternane facenti parte di un condominio che sono state chiamate al pagamento di 840 mila euro
che loro avevano già pagato ma che sarebbero stati intascati da una ex amministratore di condominio che li avrebbe dispersi investendoli in auto e case.
Del caso si è interessata la guardia di finanza che ha indagato la donna per appropriazione indebita e falsità in scrittura privata. Il sostituto procuratore della Repubblica, Tullio Cicoria, l’ha già rinviata a giudizio e il processo avrà inizio a metà novembre. Contestualmente sarà avviata anche l’azione civile. “I prelievi anomali – spiega l’avvocato Barbara Poggiani – sono andati avanti per 7 anni e solo nel 2014 sono affiorati i primi sospetti.
A quel punto l’assemblea ha revocato l’amministratice e sono iniziate ad arrivare le ingiunzioni di pagamento dai fornitori che, fino a quel momento, erano stati tacitati con degli acconti”. “La più grande – puntualizza l’avvocato Mauro Cingolani, presidente dell’Asppi – è arrivata dalla società che forniva il gas per il riscaldamento centralizzato: 550.000 euro”. Al posto dell’amministratrice denunciata è stato nominato Bernardino Ottavi. “Abbiamo avviato da subito un piano di rientro per i primi 250.000 euro e i condomini – osserva – hanno risposto con grande dignità morale e senso civico. In quei palazzi di periferia, nei pressi di Cesure, abitano famiglie di ex operai delle acciaierie. Gran parte hanno più di 70 anni e ci sono diverse vedove”.