”Il piano per la promozione e la commercializzazione del vino umbro e’ uno strumento per dare certezze ai vitivinicoltori, speranza e fiducia nel futuro: il vino, in Umbria, abbiamo dimostrato di saperlo fare; ora dobbiamo dimostrare di saperlo anche vendere”.
Sono parole dell’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Fernanda Cecchini, in merito alla presentazione del Piano per la Promozione e la Commercializzazione del Vino Umbro/ Scenari e Prospettive”, curato dagli Istituti di Ricerca Nomisma e Inea.
Il tutto incastonato nella cornice del Vinitaly di Verona, per l’esattezza allo stand dell’ Umbria.
Stando ai dati di una ricerca sul campo, applicata ad un vasto campione di cantine umbre e’ emerso che non basta saper fare un buon vino: occorre, per promuoverlo e commercializzarlo adeguatamente, imparare a venderlo, come rimarcato dall’ Assessore Cecchini, ragion per cui ci vuole unitarieta’: un marchio che lo renda riconoscibile, la messa insieme di saperi, conoscenze e risorse”, dice.
”Con questo piano – ha detto – disponiamo per la prima volta di una fotografia esatta, scientificamente attendibile, delle caratteristiche e delle potenzialita’ sui mercati della nostra vitivinicoltura: una base su cui istituzioni e produttori possono costruire le iniziative future.
Oggi – ha sottolineato – ci troviamo di fronte ad un punto di snodo fondamentale: essere uniti diventa una necessita’, e ciascuno deve rinunciare ad un pezzetto della sua ‘sovranita”, per costruire un vero progetto per il futuro, un impegno comune perche’ il vino umbro possa diffondersi sulle tavole di tutto il mondo”.
Una possibilita’ che esiste concretamente, secondo i curatori del Piano, Denis Pantini e Fabio Piccoli: l’indagine ha evidenziato che il vino umbro possiede all’estero numerosi estimatori, e che il problema e’ quello di renderlo identificabile e riconoscibile soprattutto nella sua provenienza da una regione, la cui immagine deve transitare nella sua unita’ ed unicita’.
”Fare squadra” – hanno detto Pantini e Piccoli – non e’ piu’, alla luce del piano, un appello generico e astratto, ma un concreto compito comune. E i produttori di eccellenza – hanno aggiunto -, le aziende che producono vini ”top” gia’ ben conosciuti e consolidati a livello internazionale, non possono che favorire questo processo, svolgendo una funzione promozionale, di cui beneficia l’intero sistema.
”La prova che si stia andando nella direzione giusta – ha commentato l’assessore Cecchini – e’ anche il buon clima che ho trovato qui al ‘Vinitaly’, visitando e parlando con gli espositori.
Certo, il momento non e’ facile, ma e’ proprio ora che non bisogna fermarsi, anzi occorre essere un passo piu’ avanti dei tempi. Dobbiamo organizzarci – ha aggiunto – per essere ‘piu’ Umbria’, identificarci con una Umbria che e’ fatta di tutte le sue espressioni, dal turismo all’arte, dalla storia al paesaggio, perche’ e’ questo che conta, anche nella vitivinicoltura”.
La partecipazione al ”Vinitaly” e’ stata anche l’occasione per presentare il marchio ”Green Heart Quality”, con il quale – ha spiegato Federica Lunghi, che ne ha curato la realizzazione – la Regione Umbria, prima in Italia, intende valorizzare le eccellenze ”green” dell’Umbria e la produzione di vini ”ecosostenibili”.
Il marchio e’ stato attribuito all’azienda ”Roccafiore” di Todi, che lo ricevera’ ufficialmente, in una cerimonia di consegna prevista per la meta’ di maggio, dalle
mani dell’assessore Cecchini.
Un notevole afflusso di visitatori si e’ registrato anche allo ”stand” umbro del ”Sol”, la mostra dell’olio che si tiene all’interno del ”Vinitaly”: ”C’e’ un rinnovato interesse per il nostro olio – ha detto, ricevendo la visita dell’assessore Cecchini, Carlo Gradassi, vicepresidente del Consorzio dell’olio umbro, alla presenza di Paolo Morbidoni,
presidente della ”Strada dell’Olio” e vicepresidente nazionale delle ”Citta’ dell’Olio” -, che abbiamo offerto in degustazione con le lenticchie di Castelluccio.
Un abbinamento dell’olio con i prodotti tipici certificati – ha ricordato Gradassi -, gia’ sperimentato in occasione di ‘Frantoi Aperti’ e che trovera’ un momento di attuazione anche in ‘Cantine Aperte’, grazie alla collaborazione del Movimento del Turismo del Vino.
Un esempio di come in Umbria vino, olio e prodotti tipici possano e debbano agire in sinergia”.