Scandali pubblici infiniti e arriva l’esposto. “Come già preannunciato, ho presentato un particolareggiato esposto alla Procura della Repubblica di Perugia sulla gestione del bando relativo all’assegnazione dei fondi agricoli previsti dal Programma di sviluppo rurale (Psr) 2007/2013 dell’Umbria, per la misura 3.2.2 ‘sviluppo e rinnovamento dei villaggi’”. Così il capogruppo regionale della Lega Nord Gianluca Cirignoni che interviene di nuovo sulla vicenda e spiega che nell’esposto illustra in “maniera dettagliata tempi, modalità e procedure dell’attuazione del bando in questione che ha riguardato in qualche modo anche l’attuale assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini e un paio di dirigenti regionali”. “Prima della presentazione della mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Cecchini (8 maggio 2012 ndr) – scrive l’esponente del Carroccio – ai primi posti della graduatoria delle domande di contributo giudicate ammissibili, ed in posizione utile per accedere al finanziamento, vi erano quella relativa alla casa di proprietà anche dell’assessore regionale all’agricoltura, presentata dalla sorella, e quelle presentate da un dirigente della Regione Umbria e dalla figlia di un altro dirigente
che per lo stesso immobile aveva già beneficiato di più di 400mila della misura ‘1.2.6’ del medesimo Psr ‘ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato dal terremoto del 15.12.2009’ che avrebbe per tale motivo dovuto essere esclusa. Con tempismo, quattro giorni prima della discussione della mozione di sfiducia in consiglio regionale (29 maggio 2012 ndr), una determina dirigenziale aveva in ritardo dichiarato inammissibile la domanda presentata della figlia del dirigente regionale, ed escluso quella relativa alla casa dell’assessore regionale per mancata presentazione della documentazione”.
“Ad oggi – prosegue Cirignoni – la Giunta regionale, nonostante l’asserita scarsità di risorse, ha integrato di quasi 5 milioni di euro i fondi stanziati in precedenza e nella graduatoria definitiva delle domande di aiuto finanziabili è rimasta, tra le altre, quella di un dirigente regionale della direzione agricoltura. In allegato all’esposto ho fornito anche i verbali di quell’infuocato Consiglio regionale in cui una maggioranza ipocrita decise di salvare l’assessore che, in pieno conflitto di interessi, voleva rifarsi il ‘tetto di casa’ con fondi pubblici erogati durante il suo mandato. Ritengo – conclude – che la presenza di tanti papaveri regionali e loro parenti ai primi posti delle graduatorie del bando necessiti di approfondimenti urgenti”.