Il maestro pasticcere Francesco Favorito ha trasmesso il suo punto di vista tracciando una analisi dettagliata del settore Horeca, post Covid19.
La ripartenza del settore Horeca (hotel, restaurant, caffè), dopo l’emergenza sanitaria, è con il freno tirato
Favorito ha spiegato “Dal 4 maggio, giorno in cui si è potuto tornare a lavorare con il sistema ‘asporto’ in molte città italiane,compreso Terni, non ha funzionato come previsto. Girando per la città è emerso che le caffetterie alle 12 stavano a 6 scontrini o altre a 88 scontrini, dati importanti, per fare capire che non c’è fatturato.
Tra l’altro, l’asporto ha portato un aumento spropositato dei costi del package, e ovviamente l’aumento di immondizia indifferenziata, solo per una colazione con altra persona da asporto con cappuccino e brioche, abbiamo: due sacchetti di carta con tovaglioli per le brioche, bicchiere termico con coperchio, paletta, bustina di zucchero assortito, piccolo vassoio per trasportare i due bicchieri di cappuccini sempre di plastica, il tutto per una durata complessiva di 20 minuti, per un costo a Terni di euro 2,40 a persona, insomma, oltre ad avere avuto un aumento del costo di investimento del 30%. L’apertura finalmente del 18 maggio, ha permesso a molti ristoranti, bar, pasticcerie di ripartire. Ripartenza lenta, mancanza di clienti.
Attualmente oltre il 40% delle attività non sono ripartite del tutto, causa il mancato versamento di denaro fresco, che il nostro Governo aveva espresso nei Dpcm e nelle conferenze stampa serali”.
Tra le cose fondamentale, a detta di Favorito, occorre che Inail e associazioni di categoria, trovino un accordo per ripartire con meno burocrazia. “C’è un grosso problema – conclude – che riguarda il nostro settore Horeca. Se il dipendente si ammala di Covid 19 non è più malattia, ma, infortunio e il datore di lavoro rischia oltre al pagamento dei danni anche un processo amministrativo e penale con il rischio del carcere. Va trovata una soluzione perchè a questo punto è una ripartenza ‘zoppa’”.