Un tentativo di rapina e una rapina, entrambe sotto la minaccia di un coltello, ai danni di due studenti cinesi commesse nell’arco di 48 ore nel cuore di Perugia: due disegni criminosi identici tra loro portati a compimento il 16 e il 18 del mese di marzo u.s. presso lo sportello bancomat della Unicredit
di corso Vannucci a Perugia. Queste sono le accuse, avvalorate da una minuziosa indagine svolta dai Carabinieri della Stazione di Perugia, che inchiodano un 32enne cittadino italiano che nel pomeriggio di ieri è stato il destinatario di una misura cautelare in carcere per il reato di rapina aggravata continuata, emessa dal Giudice delle Indagine Preliminari di Perugia. Il primo episodio contestato risale al pomeriggio del 16 marzo 2015 quando una ragazzo cinese, a Perugia per motivi di studio, mentre prelevava del denaro contante dal bancomat della filiale Unicredit di corso Vannucci, veniva aggredito sotto la minaccia di un coltello da un uomo che riusciva ad impossessarsi della somma di 190€, scappando immediatamente dopo per gli angusti vicoli del centro storico.
Il secondo episodio invece risale ad appena due giorni dopo (18 marzo 2105), quando lo stesso malvivente sempre brandeggiando un coltello si presentava presso lo stesso bancomat intimando, questa volta, ad una studentessa cinese la consegna delle banconote appena prelevate; l’intervento però di alcuni passanti e la reazione della vittima lo facevano desistere dalla rapina. Le indagini sono state attivate subito dai militari della Stazione Carabinieri di Perugia che, con attenzione, hanno estrapolato le immagini delle videoregistrazioni dell’impianto di sorveglianza della banca indirizzando subito il sospetto su un soggetto noto alle forze dell’ordine.
Le successive individuazioni fotografiche effettuate dai due studenti orientali e il conseguente sequestro, effettuato in corso d’indagine presso l’abitazione del malvivente, dei capi indossati in una delle due rapine, hanno consentito di chiudere il cerchio sull’intera vicenda. Pertanto soprattutto il pericolo di reiterazione del reato e i numerosi precedenti per reati contro il patrimonio hanno avvalorato l’esigenza cautelare in carcere.