Ad un mese dalla sua nomina a presidente di Confindustria Umbria Antonio Alunni ha fatto visita in maniera ufficiale al primo cittadino di Perugia, il sindaco Andrea Romizi. Un colloquio formale, all’insegna della cordialità e della collaborazione, nel quale sono stati trattati i temi più caldi legati all’economia e al sociale che riguardano l’intera comunità.
Alunni ha ribadito l’intento degli imprenditori di operare per il bene comune della regione. «E siamo chiamati a farlo e lo facciamo da un secolo e mezzo. Dobbiamo fare sempre di più e sempre meglio. Ma deve essere chiaro che non possiamo riuscire adeguatamente nel nostro lavoro se la centralità dell’industria non è pienamente percepita e se il clima politico, civile e sociale intorno all’industria non muterà da quello attuale, che è almeno di scetticismo, ad uno di condivisione».
«Noi siamo pronti a fare la nostra parte di dialogo con tutti – ha aggiunto Allunni – ci aspettiamo, per il bene comune della nostra Regione, che tutte le forze politiche e sociali vogliano fare lo stesso». «Una regione – ha detto ancora Alunni – nella quale le energie imprenditoriali, per fortuna così forti e diffuse in ogni settore produttivo, possano essere pienamente impiegate per la produzione di ricchezza per tutti i cittadini, e non debbano essere impiegate per superare ostacoli che sarebbe possibile evitare attraverso decisioni politiche adeguate, ed attraverso una amministrazione più efficiente, basata su regole conformi alla complessità dell’economia di oggi, ispirate dalle best practices nazionali ed internazionali. Questo è quanto noi chiediamo fortemente alle istituzioni politiche. E lo chiediamo perché riconosciamo, pienamente e senza riserve mentali, che in un sistema democratico spetta alle istituzioni ed alle forze politiche che riscuotono il consenso popolare prendere le decisioni fondamentali per l’interesse generale».
Dal canto suo il sindaco di Perugia ha ribadito la disponibilità dell’Amministrazione al dialogo e alla piena collaborazione, ricordando che divisioni e contrapposizioni non darebbero luogo ad una dialettica positiva, ma porterebbero ad un indebolimento di tutti e alla perdita della nostra rilevanza nella vita civile ed economica.
Pubblico e privato uniti dunque nel perseguire obiettivi comuni.