L’effetto terremoto contribuisce a pesare sul calo congiunturale del pil registrato dall’agricoltura, in controtendenza con l’andamento generale. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la stima provvisoria del Pil nell’ultimo trimestre del 2016 divulgata dall’Istat.
Sono migliaia le aziende agricole nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo- osserva Coldiretti -dove c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali. Territorio dove si segnala peraltro un fiorente indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialita’ di pregio famose in tutto il mondo. Il crollo di stalle, fienili, caseifici e la strage di animali hanno limitato l’attivita’ produttiva nelle campagne – aggiunge Coldiretti -, mentre lo spopolamento ha ridotte le opportunità di mercato per i prodotti che si sono salvati dalle scosse che continuano a stressare anche gli animali. “Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti di pecore e bovini che occorre ora sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento”, osserva il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, nel sottolineare l’esigenza che “la ricostruzione vada di pari passo con la ripresa dell’economia che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.