“Il nostro obiettivo chiaro è sostenere le persone in difficoltà: va costruito il modello che serve ora, rispetto ai decenni precedenti, visto il mutato quadro delle cronicità. Chiedo quindi che sulla questione si faccia una riflessione approfondita con tutti i soggetti interessati in commissione”:
è quanto ha proposto l'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, nel suo intervento di stamani in consiglio nel dibattito sulla risoluzione riguardante i sussidi per la non autosufficienza.
Barberini ha evidenziato “l'aumento delle cronicità in Umbria, che deriva sostanzialmente dalla mutazione del quadro demografico in Umbria, dove oggi il 25 per cento della popolazione ha più di 65 anni. Alcune patologie, come Parkinson, sclerosi e autismo, sono letteralmente esplose. Il modello pensato alcuni anni fa con il Prina, anche se ha dato buoni risultati, va rivisto perchè è cambiata quasi totalmente la realtà di riferimento. Gli obiettivi strategici del Prina si basavano essenzialmente sull'integrazione e sul rafforzamento dell'integrazione tra sociale e sanitario”.
“Il nuovo piano sociale – ha continuato Barberini – mette al centro le zone sociali, per l'analisi più efficace delle necessità e dei bisogni dei cittadini. Si ribalta l'idea di cosa è centrale: i bisogni e le difficoltà del singolo cittadino, con la famiglia come interlocutore per definire meglio tutto questo. In questo percorso, dobbiamo distinguere obiettivi e metodi per raggiungerli. L'obiettivo è far uscire la persone sofferente e la sua famiglia dalla situazione di difficoltà: va superata l'idea che certi problemi non esistano. Si deve quindi cercare di capire in che modo si può dare sostegno a chi è in difficoltà. Puntiamo a sostenere la domiciliarità dell'assistenza e quindi a non sradicare il malato dal suo contesto, perchè è lì che riceve le risposte più efficaci. Vanno quindi qualificate le strutture che forniscono servizi a domicilio, anche tramite percorsi di accreditamento dell'assistenza domiciliare. è la prima volta che accade in Umbria”, ha fatto notare Barberini.
“Sugli assegni di cura, com'è successo per la Sla, non c'è alcune preclusione: ma – ha aggiunto l'assessore – va costruito un modello per cui nessuno resti da solo a fronteggiare le difficoltà. L'Umbria sostiene l'assegno di cura attraverso il Prina. Finora la distribuzione avveniva sulla base del numero degli abitanti: ora intendiamo misurare le disabilità sul territorio possa essere sempre più specifico e mirato. Non ci sottraiamo – ha concluso Barberini – neanche alla previsione di verifiche sui soggetti che forniscono i servizi”.