“È solo mio cugino che questa la prende, come arriva al porto, questo tiene 250 kg, come arriva la prima ce l’ha lui”.
A parlare e ad essere intercettato è Antonio Ribecco, il 58enne di Cutro omonimo del nipote esponente di Casapound di Perugia, al telefono con Fabrizio Conti. L’intercettazione è del 15 maggio 2017.
I due si riferiscono a una grossa partita di cocaina dal porto di Gioia Tauro. Circa 15 milioni di euro di guadagno in un colpo solo, al lordo dell’acquisto all’ingrosso.
L’attività principale di Ribecco, secondo gli investigatori diretti dal procuratore Nicola Gratteri, consiste proprio nell’importare quantità notevoli di droga dalla Calabria per poi curarne, anche attraverso il gruppo perugino, la rivendita.
Lo spaccio sarebbe avvenuto nel bar “Il Cavaliere” di Ponte Valleceppi.
Nella rete perugina legata alla ’Ndrangheta sul fronte detenzione e spaccio, così come è stata ricostruita nel fascicolo, figurano anche dei fratelli idraulici.
Uno dei perugini arrestati, con la pesantissima accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, ha chiesto e ottenuto di parlare il prima possibile con i magistrati per fornire agli investigatori. Sostiene di essere estraneo ai fatti che gli vengono imputati e di essere soltanto un frequentatore del bar in questione. Personaggi che conosce solo perché li vede al bar. Stesso discorso anche per gli altri perugini frequentatori del bar.
Tutte le accuse mosse e i riferimenti “captati” dagli investigatori sono tutti da dimostrare.