“I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”. “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.
Questo è il contenuto del comunicato pubblicato dalla Conferenza Episcolape Italiana (Cei), l’assemblea permanente dei vescovi italiani, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.
La Cei critica senza mezzi termini il testo dell’ultimo decreto che non prevede la possibilità di poter celebrare messe, con sui sancisce che vengono solamente garantiti i funerali, possibilmente all’aperto, e con massimo 15 persone, ovviamente familiari.
La Conferenza Episcopale Italiana spiega di aver “accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria”.
“Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – scrive la Cei – esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.
Così i vescovi italiani, di cui Gualtiero Bassetti è il presidente, urlano il loro no a questo decreto che nega la libertà di culto e annunciano: “Già nelle prossime ore ci risentiremo con il Governo per definire i contorni di una rivisitazione del provvedimento nel senso di una netta apertura. D’altra parte il 4 maggio è ormai dietro l’angolo”.