Maria Grazia Latini – Nell’arco di tempo da luglio 2012 a giugno 2013, i risultati sono stati lusinghieri: considerato che il D.L. 98/2001 stabilisce al 10% il limite minino di virtuosità per l’abbattimento delle giacenze, quelli ottenuti dalle Commissioni Tributarie Umbre sono del tutto positivi, attestandosi la diminuzione dell’arretrato al 15% nella Commissione Regionale, e al 22,70% e 50% nelle Commissioni Provinciali di Perugia e Terni .
Se si considera poi l’intera annualità 2013, la Commissione Tributaria Regionale ha eliminato nel complesso, il 35% delle giacenze. La prossima introduzione del processo telematico, a tutto vantaggio di una maggiore accelerazione delle attività delle Commissioni Tributarie, così come il rafforzamento della mediazione e l’ampliamento della conciliazione giudiziale sin dalla fase cautelare in primo e secondo grado, rappresenteranno inoltre un passo significativo verso la concentrazione dell’intervento giudiziale sulle sole questioni nuove o particolarmente complesse, oltre che portare vantaggi per l’Amministrazione finanziaria ed il cittadino – contribuente.
Nell’introdurre la cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario Tributario 2014, Cesare Lamberti, Presidente della Commissione Tributaria Regionale dell’Umbria, ha evidenziato come il picco degli appelli e quello dei ricorsi abbia riguardato le imposte dirette sul reddito delle persone fisiche e giuridiche cui hanno fatto seguito, a ruota, IVA e IRAP (per quest’ultima la nota Sentenza della Corte Costituzionale ha complicato l’individuazione delle attività cui imputare il reddito professionale, mentre risulta di molto inferiore il numero dei ricorsi esperiti in materia di Imposte di Registro e Ipo – Catastali. Nell’ambito dei tributi locali e regionali, ha proseguito il presidente Lamberti , l’ICI rappresenta il “record delle presenze”, a testimonianza dell’insofferenza sociale per questo tributo, invece la litigiosità per le altre imposte, specie nei piccoli Comuni, è da ascrivere al malgoverno dei meccanismi impositivi. Le sentenze appellate riguardano in prevalenza ricorsi di importo medio alto, segno che per questi redditi permane la tendenza ad avvalersi dello strumento processuale, nel corso del quale peraltro le istanze di sospensione in pendenza di ricorso per Cassazione, hanno raggiunto quest’anno un incremento del 50% rispetto al 2012. All’inasprirsi della crisi di liquidità e delle note difficoltà di accesso al credito che inducono a procrastinare il più possibile il pagamenti dei debiti anche fiscali, si aggiunge l’inevitabile ricorso al giudizio di sola legittimità, un vero e proprio “collo di bottiglia ” mirato ad allungare i tempi di una giustizia che deve tendere invece ad essere “celere e giusta in quanto tale”, così come è da presupporre che la finalità reale di poter beneficiare dell’ennesima legge di sanatoria , spinga ad impugnare le sentenze per Cassazione , considerata l’alta percentuale raggiunta (tra il 25 ed il 30%). Il Presidente Lamberti ha poi ricordato che si aggira sui 2 anni il tempo di chiusura dei ricorsi e che spesso l’intento del contribuente, considerato il momento di crisi, è quello di dilazionare il più possibile, nel mentre le liti diminuiscono in maniera costante, soprattutto quelle di valore inferiore ai 50mila Euro: la crisi insomma pesa anche sul numero dei contenziosi presentati. Come ha evidenziato
Maura Menichetti, Direttore dell’Ufficio di Segreteria della Commissione Regionale Umbria , le controversie definite complessivamente dalla Commissione Tributaria Regionale e dalle 2 Commissioni Provinciali sono state 24 ad avere superato l’importo di 1 milione di Euro, e 388 quelle il cui valore ha oscillato tra 25 e 75 mila Euro.
Per poter essere utile, come ha concluso il Presidente Lamberti , il processo deve seguire regole chiare che assicurino parità delle parti e celerità delle decisioni ed è auspicabile un maggior raccordo tra le Commissioni e la Corte di Cassazione, specie nella fase di appello, a tutto vantaggio della certezza dei principi, troppo spesso mutevoli a seconda della giurisprudenza “locale”. Anche i risultati ottenuti dalla Sezione Regionale Umbria della Commissione Tributaria Centrale, come ha evidenziato il dott. Pietro Abbritti, Presidente di Sezione della Commissione Tributaria Regionale che ha preso la parola in rappresentanza del dott. Lignani, sono stati rilevanti essendo stato eliminato entro il termine stabilito del 31 dicembre 2013, il gravoso problema delle annose pendenze vigenti in ambito territoriale previa definizione di ben 6.948 controversie, di cui 2.916 con decisioni di merito.
Nel suo intervento il dott. Carlo Palumbo – Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate – Direzione Regionale dell’Umbria, ha messo in luce il positivo risultato raggiunto dagli Uffici finanziari per cui su 15.000 atti di accertamento notificati nell’anno 2013 , ne sono stati impugnati 600 vale adire appena il 4% . La rimanente parte si è definita per acquiescenza del contribuente, per adesione o per mancata impugnazione. Il dottor Palombo non ha mancato di sottolineare che il calo del contenzioso tributario è anche conseguenza dell’azione dell’Istituto della Mediazione che assorbe il 50 per cento del contenziuoso stesso. L’esito delle controversie definite nel medesimo anno con sentenze favorevoli o parzialmente favorevoli all’Amministrazione, ha permesso inoltre di recuperare al Fisco circa 190 milioni di Euro rispetto ai 215 milioni di Euro contestati dal contribuente. Il dott. Ludovico Principato, Garante del Contribuente per la Regione Umbria la cui norma istitutiva è inserita fra le disposizioni in materia di Statuto dei diritti del contribuente, ha riferito come nel corso dell’anno 2013 siano stati aperti 75 procedimenti di cui 41 per IRPEF / Imposte Dirette, 18 per Tributi Locali, 7 per Registro / IVA e Imposte Indirette e 9 per Tributi Vari. Inoltre, delle 97 pratiche in trattazione nell’intero arco dell’anno 2013, ne sono state definite 80.
Al Garante è affidata la tutela del contribuente che lamenti con segnalazioni scritte “disfunzioni, irregolarità scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli o qualunque altro comportamento suscettibile di incrinare il rapporto di fiducia tra cittadini ed amministrazione finanziaria”: non si tratta infatti di un Organo con poteri autoritativi, né le sue decisioni sono ritenute atti impugnabili, concorrendo comunque ad orientare il comportamento e l’attività dell’amministrazione cui spetta fornire motivata spiegazione quando non intenda adeguarsi alle indicazioni ricevute.
Fisco-Tasse arretrate, la rateazione spetta alle commissioni tributarie
Quando un contribuente ha un elevato debito tributario arretrato da saldare, di norma va a chiedere la rateazione. Una volta presentata la richiesta, motivando il tutto con le difficoltà di natura economica, si deve aspettare che l’agenzia della riscossione approvi il provvedimento di dilazione.
Nel caso in cui però la rateazione non fosse accettata, il contribuente dovrà invece saldare il debito in un’unica soluzione; ma una recente sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che l’ultima parola sulla rateazione del debito tributario non spetta all’agente della riscossione, chiaramente interessato ad incassare nel più breve tempo possibile, ma alle Commissioni tributarie che, quindi, per il contribuente moroso possono rappresentare una vera e propria ancora di salvezza.