E’ stato presentato questa mattina a Palazzo dei Priori , nel corso della seduta dalla commissione Bilancio, il nuovo progetto dell’amministrazione comunale sull’organizzazione del servizio di gestione della pubblica illuminazione.
A illustrare i dettagli del progetto nella preconsiliare, sono stati l’assessore ai Lavori pubblici, Francesco Calabrese, e l’ingenger Gabriele De Micheli, dirigente dell’unità operativa servizi tecnologici del Comune di Perugia. Nel documento è stato ricordato come il Comune gestisca gli oltre 30mila punti luce ed i circa 1.300 quadri elettrici in economia, mediante utilizzo del personale interno nonché, per ciò che concerne la manutenzione straordinaria, mediante ditte esterne specializzate. Il tutto per un costo complessivo del servizio nel 2015 pari ad oltre 4,1 milioni. A conclusione del recente censimento effettuato lo scorso settembre, è emerso che gli impianti, nella maggioranza dei casi, hanno evidenziato la necessità di interventi urgenti sotto il profilo della sicurezza meccanica, elettrica, stradale e dell’efficienza energetica. La normativa prevede che per settori come quello dell’energia elettrica vi è l’obbligo per la pubblica amministrazione, salvi casi particolari, di ricorrere alle convenzioni quadro messe a disposizione da Consip. Dopo un attento studio il Comune ha inteso richiedere un sopralluogo a Citelum Sa, fornitore della gara “Consip-lotto 3” (comprendente l’Umbria) nell’ambito della convenzione “servizio-luce 3”. Dai contatti tra le parti è emersa una proposta di Citelum che prevede i seguenti punti: durata 9 anni (cosiddetto contratto “esteso”), valore dell’ordinativo principale di fornitura 32,2 milioni, canone annuo stimato per il servizio luce per il perimetro di gestione di 3 milioni, canone complessivo stimato del servizio luce per il perimetro di gestione 27,7 milioni, impegno in capo all’azienda dell’esecuzione a proprio carico di tutti gli interventi necessari di adeguamento degli impianti, quota extracanone prenotata dall’Amministrazione di 4,5 milioni. L’adesione a questa proposta consentirà un risparmio, stimato prudenzialmente, di 239mila euro l’anno (2,1 milioni in 9 anni), che potrebbe crescere ove venissero rispettate le previsioni di una possibile crescita (10%) del prezzo dell’energia elettrica per gli anni 2017 e 2018 ed ove venisse confermata la possibile collaborazione di due dipendenti comunali con la società con oneri a carico di quest’ultima. Tali ulteriori ipotesi farebbero lievitare il risparmio fino al 2,9 milioni nei 9 anni. L’alternativa a questa soluzione sarebbe di espletare una gara europea di lavori o di ricorrere al partenariato pubblico-privato (sempre con gara europea), con significativa dilatazione dei tempi e con costi certamente superiori. a Per tutte queste ragioni, con la preconsiliare in esame, si è proposto di trasferire il servizio di pubblica illuminazione dalla gestione in economia alla gestione mediante adesione alla convenzione Consip “Servizio luce 3” di cui alla proposta dell’azienda francese Citelum. I contenuti principali del servizio che verrà realizzato da Citelum saranno: la fornitura di energia elettrica “verde”, il pronto intervento h24, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l’energy management, il telecontrollo degli impianti e l’abilitazione degli smart-services, il piano marketing e di comunicazione, la piattaforma per la gestione del patrimonio.
L’assessore Calabrese ha detto che e “Si tratta di un progetto – – che una città realizza ogni 30 anni; dunque un’iniziativa qualificante e che segna un’epoca”. L’assessore ha precisato che l’Amministrazione ha deciso di presentare ufficialmente il progetto in sede consiliare e tramite un atto di indirizzo per coinvolgere appieno il Consiglio comunale su una materia così importante per la città. Sempre Calabrese ha specificato che a Perugia “è necessaria e non più rinviabile la riqualificazione e messa in sicurezza della pubblica illuminazione, perché molte delle lampade (circa 14mila) non sono più in produzione; pertanto, in caso di rottura, è indispensabile la sostituzione dell’intero impianto, con costi ingenti per l’Ente”. Con questa proposta-Consip di fatto si effettueranno a Perugia investimenti, non a carico del Comune ma di terzi, per oltre 15 milioni di euro, con un risparmio netto per l’Ente di oltre 500mila euro l’anno (250mila sulla spesa corrente, 300mila legato al maggior costo dell’energia). Calabrese ha confermato che nel corso dell’anno sono arrivati sul tavolo numerosi progetti, anche qualificanti, per dar corso ai quali si dovrebbe espletare una gara europea con tempi lunghissimi di realizzazione e costi certamente superiori. La procedura scelta, secondo l’assessore, permetterà di accedere a molti benefici, tra cui anche quello di valorizzare il personale comunale che potrà essere destinato ad altri incarichi, nonché di superare i limiti strutturali con cui il Comune da sempre è costretto a fare i conti pure in termini di intervento.
Sull’iniziativa si registra una reazione dei Democratici: “Quello che ci chiediamo – scrivono i democrat in una nota – è se l’offerta personalizzata è stata preceduta da altre proposte pervenute al Comune di Perugia e, in caso, se sono state richieste le medesime personalizzazioni, se e che tipo di pubblicità è stata data dal Comune per un appalto di tale valore e quali sono state e se sono state rese pubbliche, eventualmente, le valutazioni e motivazioni di rigetto delle altre proposte sono state rese pubbliche”. “Ci teniamo ad evidenziare che – proseguono i consiglieri del Pd -, essendo l’aggiudicatario Citelum Sa capogruppo mandataria di un Rti con sede a Parigi, è evidente che provvederà a gestire tali impianti subappaltando i servizi ad aziende e ditte locali. A tal proposito, però, non sono specificati se sono previsti degli step temporali, come non sono state precisate quali sono, per esempio, le condizioni e le garanzie per le aziende locali oppure quale potere contrattuale hanno in una situazione di semplici sub appaltatori costretti ad accettare condizioni imposte da altri e da contendere ad altre aziende locali”. “L’istituzione pubblica – concludono – non dovrebbe puntare solo al ribasso economico, ma dovrebbe anche impegnarsi per permettere alle aziende di crescere e di sviluppare lavoro e attività produttive del territorio, altrimenti saranno sempre e solo le ultime ruote del carro, senza possibilità di creare ricchezza economica e intellettuale”.