Di AMAR – Una breve nota, sul tipo (talvolta peregrino) delle interviste a caldo. Per dire che il doppio assalto, progettato da Matteo Salvini, prima all’Emilia Romagna e – subito dopo la conquista del potere regionale – al Quirinale per “ordinare” a Mattarella le elezioni subito; la doppia manovra leghista è fallita. Hanno vinto la democrazia e gli emiliano – romagnoli tornati in massa alle urne; il Partito comunista, un tempo non remoto, trionfante da quelle parti, ha cessato di vivere, il fenomeno 5 stelle, da un anno all’altro, ha subìto un drastico ridimensionamento. Il suo transfuga Paragone, di fronte al risultato elettorale, così si è espresso: Il Movimento è morto, soffocato nella scatoletta del tonno. Si potrebbe aggiungere, con la collaborazione delle sardine.
A prima vista, due dati è possibile cogliere: 1) la partecipazione al voto si può riportare ai livelli di autentica tradizione popolare e democratica; 2) il sovranismo, nei suoi aspetti deteriori, talvolta anche amorali, si può battere con la serietà delle idee, le realizzazioni d’alto profilo e gli uomini giusti. Occorre muoversi sulla strada di un ritrovato orgoglio morale e culturale per allontanare il Paese dalle sabbie mobili dell’antipolitica e soprattutto da quelle nascoste sotto la richiesta dei “pieni poteri”. Altre occasioni elettorali sono alle porte: è indispensabile ritrovare l’intesa vincente, raccordando le scelte alla volontà dei cittadini e delle forze sociali di autentica fede libertaria. Bandendo le smanie dello sciovinismo patriottardo e rafforzando autorevolmente i legami internazionali, nella ricerca dello sviluppo e della concordia internazionale.
La quantomeno bizzarra commedia dell’arte, iniziata la scorsa estate sotto l’ombrellone di Milano Marittima, almeno per il momento, ha perduto la scena. E mi ha riproposto la visione della caduta di stile vissuta qualche mese fa nel Parlamento italiano, quando tra il Presidente del Consiglio e il suo Ministro dell’Interno volarono parole grosse. Udimmo epiteti inusitati da parte del Capo al suo Sottoposto: irresponsabile, incosciente, imprudente, preoccupante ed altri ancora. Parve un incontro di pugilato: Presidente versus Vice. Attorno a quel ring si confrontarono anche le differenti concezioni sul significato e la gestione del potere che la Costituzione sancisce sulla base di irrinunciabili confini di legittimità.
Il Conte primo fu autore di una pesante requisitoria in un vero e proprio processo politico. Vennero pure ricordate, con una rigorosa censura, le invocazioni mariane, i crocefissi, i rosari sventolati durante le manifestazioni arruffapopolo. Persino Papa Francesco, in pari tempo, dovette far sentire la sua voce, per ricordare a chi chiude i porti, che i richiedenti asilo, in fuga dalla violenza e dalla fame, sono nostri fratelli e meritano rispetto, soccorso e accoglienza. Insomma, il Capitano, nell’occasione, si beccò un plateale “cartellino rosso” a più mani. E venne espulso dal Governo del Paese. Ora, pensava di rientrare in campo tramite una campagna elettorale pancia a terra, casa per casa, citofono per citofono: il metodo, in verità un po’ scomposto, si è rivelato perdente..
La speranza di chi crede fermamente in una società civile rispettosa dei valori della solidarietà, della tolleranza, dell’uguaglianza, della pace sociale; la fiducia rimane ancorata all’intelligenza del popolo italiano. E plaude alla sconfitta delle correnti di pensiero in contravvenzione con questi principi sociali e culturali. La libertà di espressione è sacra, ma le scorribande ad effetto, il frasario aggressivo, antagonista, l’esibizionismo mistificatore, non fanno parte del costume democratico. E’ auspicabile il ritorno ad un confronto sereno, costruttivo, basato su proposte programmatiche fatte di pochi progetti però immediatamente esecutivi, in sintonia con le richieste della gente comune, per dare qualità e credibilità al fare politica. E siccome – si usa dire – le idee camminano sulle gambe degli uomini, c’è enorme bisogno di esperienza professionale, di preparazione culturale, esperienza amministrativa, di sensibilità politica, di doti d’equilibrio, in quelle gambe e in quegli uomini. Ogni dilettantismo rimosso, ad ogni livello e in ogni Istituzione. Altrimenti il riformismo e il rinnovamento rimarranno senza contenuto.