I provvedimenti contenuti nel DDL Stabilità adottato dal Governo, se trasformati in legge, daranno il definivo colpo di grazia al welfare territoriale ed all’economia sociale che rappresentano un valore aggiunto del nostro Paese, riconosciuto ripetutamente e sempre con maggiore attenzione anche dall’Unione Europea. Questi provvedimenti si vanno ad aggiungere alle già pesanti contrazioni dei programmi di welfare realizzate nel corso degli ultimi mesi e colpiranno le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione distruggendo il capitale sociale
di cui l’Italia è dotata. Le misure contenute nel DDL Stabilità insieme a quelle relative alla cosiddetta “spending review” colpiscono in modo irreparabile i servizi sociali e socio-sanitari costruiti negli anni da Comuni e Regioni in collaborazione con il Terzo Settore e determineranno una forte contrazione dei servizi a favore delle fasce più deboli della comunità.
Per queste ragioni chiediamo in maniera unitaria: La Regione Umbria, l’Anci Umbria, il Forum Regionale del Terzo Settore e le tre Centrali Cooperative (AGCI Solidarietà Umbria, Confcooperative-Federsolidarietà Umbria e Legacoop ARCST Umbria) al Governo ed al Parlamento, in particolare ai parlamentari eletti nella circoscrizione umbra: Il ritiro della norma presente nel DDL Stabilità che innalza l’iva applicata ai servizi socio sanitari ed educativi erogati da cooperative sociali dal 4% all’11%. Tale norma infatti determina un incremento della tassazione del 150% sui servizi di welfare che verrà pagata dai Comuni, dalle ASL e dai cittadini. Nei fatti rappresenta un ulteriore taglio di 500 milioni di euro agli enti locali.
Produrrà un’immediata riduzione dei servizi di welfare, un’altrettanto immediata perdita di lavoro a migliaia di operatori sociali, ed un significativo incremento dei costi per quei servizi pagati direttamente dai cittadini, alimentando il mercato nero. Il ripristino per il 2013 dei Fondi sociali che in un momento di crisi e di moltiplicarsi dei bisogni sono stati azzerati dal Governo nel 2012 e per i prossimi anni. Tale misura genererebbe immediatamente sviluppo economico e coesione sociale, darebbe ossigeno ai Comuni, genererebbe subito nuovi posti di lavoro riducendo l’utilizzo della cassa integrazione da parte degli operatori sociali che oggi non lavorano ma rappresentano comunque costo in quanto assorbono le risorse della Cassa Integrazione. Il ripristino delle detrazioni e delle deduzioni per i costi connessi alla cura e all’assistenza,
per favorire la presa in carico delle persone all’interno della loro rete familiare e anche in questo caso per generare il circuito virtuoso di rapporti di lavoro regolari evitando il ricorso a prestazioni a dir poco improvvisate e al nero. L’esclusione dei servizi sociali e socio-sanitari dai tagli del 5% previsti per il 2012 e del 10% per il 2013 imposti dalla cosiddetta “spending review”. Il Governo Monti ha iniziato la sua esperienza utilizzando tre parole chiave: rigore, crescita, equità. È giunta l’ora di puntare sulla crescita e sull’equità, vedendo nel welfare non un costo ma un investimento e negli attori dell’economia sociale dei motori di sviluppo economico e sociale.