Dopo il caso BPS che ha colpito 20.000 risparmiatori in Umbria ( é scomparsa una banca centenaria) sono decina di migliaia i risparmiatori colpiti dal crac delle altre banche locali, in modo particolare in Umbria, per quanto riguarda Banca delle Marche e Banca Etruria .
La Banca d'Italia fa sapere, anche in questo caso, di non essere responsabile di quanto accaduto e di avere agito correttamente. Questo è quanto hanno appreso le persone ( investitori ingannati) che nella maggior parte dei casi si sono visti azzerare migliaia di euro di risparmi affidati ad un amico direttore di banca o ad un dipendente di fiducia dell'istituto di credito conosciuto da anni,che gli ha fatto firmare documenti incomprensibili del gergo bancario, che alla fine sono risultati essere una e raccapricciante truffa legalizzata dalla stessa Banca D'Italia.
Anche in questa situazione, come nel caso della BPS ed SCS, l'Istituto bancario nazionale afferma di aver agito correttamente anche se su di essa (Banca Italia) pendono cause vinte a favore dei soci, i cui esiti sono sati emanati dall'organo supremo della Magistratura.
Il governo Renzi si sta dando molto da fare per salvare i risparmi degli oltre 100 mila risparmiatori: l’emendamento dovrebbe prevedere un fondo di solidarietà garantito dallo Stato ed in parte dalle banche operanti in Italia.
Ci sono buone possibilità che i risparmiatori – in grado di dimostrare la perdita dei risparmi e lo stato di solvenza personale- possano riavere parte dei loro danari, grazie anche alla collaborazione straordinaria della Comunità Europea che potrebbe venire in aiuto all'Italia .
Anche la CONSOB verrà coinvolta in questo salvataggio e dovrà stabilire il grado di raggiro dei risparmiatori da parte della banca di fiducia, permettendo a coloro che saranno in grado di garantire l' incapacità di comprendere i termini dei contratti firmati, di potersi considerare vittima risarcibile.
Nella nostra regione Otto sindaci della zona dell'altro Tevere : Luciano Bacchetta di Città di Castello, Marco Locchi di Umbertide, Paolo Fratini di San Giustino, Giuliana Falaschi di Citerna, Letizia Michelini di Monte Santa Maria Tiberina, Mirko Ceci di Pietralunga, Mirco Rinaldi di Montone, Gianluca Moscioni di Lisciano Niccone.
Si sono rivolti ai parlamentari Umbri ed in particolare modo a Walter Verini e al Sottosegretario Bocci ( i due parlamentari che di più partecipano ai problemi dell'Umbria) chiedendo di intervenire in aiuto per “tutelare i piccoli investitori e azionisti in quanto la situazione di piccoli investitori e dei piccoli azionisti degli istituti di credito interessati dal decreto salva-banche non può essere liquidato come una conseguenza dell’azzardo implicito a quel tipo di titoli ma merita una valutazione ulteriore da parte del Governo nell’ambito di una vicenda che genera un trattamento impari e provoca una perdita economica, spesso consistente, in soggetti completamente estranei agli organismi dirigenti delle banche fallite”
Sarebbe utile che i sindaci interessati a tutelare i cittadini possano crescere in tutta l'Umbria,dando vita ad una una associazione di tutela dei risparmiatori umbri. Il Segretario Nazionale della CGIl “Susanna Camusso” a Perugia per assistere ad un convegno, è intervenuta anch'essa sul problema ed in merito al dramma che vede partecipi i cittadini truffati, parlando di “finanza Tossica ” ha dichiarato che ” il mondo aveva fatto una promessa nel 2008 che non ci sarebbe stata più la finanza tossica, la finanza dei derivati, quella non governata, non ha prodotto né regolamenti né vincoli e oggi continuiamo a pagare le conseguenze di un mondo che si è finanziarizzato senza regole, anche in Italia paghiamo tutto questo. Quello che stupisce è che si continui a pensare di non poter mettere vincoli ai titoli nei fatti tossici o alle forme di rischio non previsto o non conosciuto”
La strada da percorrere è molto lunga e faticosa anche per la caratteristica dei titoli acquisiti che sono caratterizzati da alto rischio, ma molti piccoli investitori non erano a conoscenza di questi rischi perché riportati nei contratti in gergo bancario, umanamente incomprensibile al pubblico e proprio questa potrebbe essere l'arma vincente degli investitori ( ingannati) per ottenere indietro i propri risparmi.