Continuano ad aumentare i contagi nelle residenze protette umbre, che al momento contano almeno 100 casi positivi.
In particolare, tutti i 36 ospiti della Rsa Villa Serena di Magione si sono contagiati, mentre continua ad aumentare il numero di positivi presso l’Istituto Prosperius di Umbertide, con 4 nuovi positivi (2 pazienti e 2 operatori), per un totale di 46 persone colpite dal virus.
Sempre ad Umbertide, un operatore sanitario della residenza protetta G. Balducci è risultato positivo, anche se gli altri tamponi (60 tra ospiti e personale), come ha fatto sapere il direttore sanitario Carlo Porrozzi, sono tutti negativi.
L’associazione Codici, inoltre, ha affermato di star raccogliendo numerose testimonianze tra i parenti degli anziani ospiti della casa di riposo Fontenuovo di Perugia, dove è scoppiato un focolaio Covid-19. I legali dell’associazione hanno già inviato un esposto alla Procura della Repubblica per fare luce sulla vicenda.
“Stiamo assistendo diversi casi – ha affermato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – e purtroppo si sta delineando una situazione grave. Ci riferiamo, ad esempio, alle comunicazioni fornite in ritardo ed in maniera parziale ai familiari. In un primo momento sono state sospese le visite, poi, nell’arco di alcune ore, è stato comunicato che il motivo era dovuto alla positività al Covid19 di un volontario operante nella struttura. Ai parenti degli anziani ospiti è stato detto che non era nulla di grave. Questo comportamento teso a minimizzare quanto stava accadendo nella casa di riposo è andato avanti per giorni, fino a quando la situazione non è precipitata. Alcuni familiari hanno scoperto che i propri cari versavano in condizioni disperate, lottavano tra la vita e la morte in ospedale, e purtroppo alcuni di loro non ce l’hanno fatta. Sono testimonianze drammatiche, che sollevano una serie di interrogativi a cui bisogna dare una risposta. I parenti hanno il diritto di sapere se i propri cari sono stati seguiti in maniera corretta, se sono stati rispettati i protocolli per la prevenzione del contagio da Covid19. Ed è per avere queste risposte che ci stiamo battendo”.
IL SEGRETARIO PROVINCIALE SPI – CGIL MARIO BRAVI: “NO ALLA STRAGE DEGLI ANZIANI”
Il segretario generale dello SPI CGIL di Perugia Mario Bravi, in una nota, ha espresso la propria opinione riguardo alla preoccupante situazione nelle Rsa.
“756 decessi in Umbria, di questi il 95,6% è ultra 60enne. L’elenco delle RSA con ospiti e operatori positivi – scrive Bravi – si allunga drammaticamente. Dalla Muzi Betti di Città di Castello, al Seppilli e al Fontenuovo di Perugia, alla RSA di Magione, sono poche ormai le strutture per anziani nella nostra provincia non colpite duramente dalla seconda ondata. Non a caso la rilevazione ISTAT sulla mortalità ci ha detto che negli ultimi 2 mesi del 2020 i decessi in provincia di Perugia sono aumentati del 47% rispetto alla media degli anni precedenti. Non solo, in questo periodo intere realtà ospedaliere a partire da Pantalla sono state interamente convertite all’emergenza COVID, al punto da lasciare un territorio come Todi-Marsciano senza un reale presidio sanitario, per non parlare della Valnerina abbandonata a se stessa. In questo contesto la Regione dell’Umbria si sottrae al confronto con il sindacato e prosegue la sua azione di sostanziale privatizzazione del sistema sanitario pubblico. Così non va. Lo Spi Cgil di Perugia, che ha riunito il suo direttivo in video conferenza, con i suoi oltre 40mila iscritti intende caratterizzare il 2021 con una vasta campagna di iniziative di mobilitazione unitaria con Fnp Cisl e Uilp Uil.
Una campagna di mobilitazione sulla vaccinazione. Bisogna fare presto perché come ci dicono i dati, rischiamo di assistere passivamente ad una vera e propria strage degli anziani. Dobbiamo dircelo con franchezza, ogni ora, ogni minuto perso rischia di avere una drammatica conseguenza in termini di vite umane. In particolare per gli anziani, visto che il 95,6% dei decessi colpisce gli ultra 60enni e vaccinare presto gli anziani può ridurre la mortalità del 70%.
Chiediamo inoltre la riattivazione del confronto con la USL Umbria 1, che si era impegnata ad un monitoraggio settimanale sulla situazione nelle RSA. Impegno puntualmente disatteso. Serve inoltre un confronto per tornare a investire nella sanità pubblica e nel territorio. Su questi temi svilupperemo una forte iniziativa in stretto raccordo con i sindacati dei pensionati di CISL e UIL”.